Cappe Chimiche Estrazione Totale (DUCTED)

Le verità che tutti dovrebbero conoscere sul test di contenimento di una cappa chimica con gas SF6!

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Devo confessarti che mi sono arrivate svariate richieste da tutta Italia per spronarmi a scrivere un articolo sul test di contenimento di una cappa chimica, spiegando di cosa si tratta e cosa ne pensavo al riguardo.

Sinceramente stavo facendo un po’ “lo gnorri” come si suol dire, ho provato a girarci intorno più possibile prendendo tempo perché è un argomento veramente molto scomodo ma non posso lasciare a bocca asciutta i miei lettori e quindi ho deciso di scriverlo.

Ti premetto che quello che leggerai sarà diviso in due parti, una parte puramente tecnica dove ti spiegherò cosa è questo test di contenimento di una cappa chimica e una seconda parte dove invece farò delle mie considerazioni finali “piccanti” su tale test di contenimento di una cappa chimica.

Saranno scomode per alcuni, sicuramente una vera spina nel fianco ma io dico quello che penso e in cui credo fermamente, avendo sempre ben chiaro che a giovarne è il lettore inteso come utente finale, utilizzatore di una cappa o responsabile che deve affidare la manutenzione delle proprie cappe in una gara ad esempio.

Visto che sto scrivendo un libro sulle cappe e che nei prossimi giorni uscirà, probabilmente ti chiederai se all’interno ci sarà tale argomento.

Devo ancora decidere sinceramente se inserirlo o meno, vedremo, per ora ti ho scritto questo articolo che spero sia di tuo interesse.

Anche perché solo su questo argomento dovrei scrivere un libro intero ma proverò a riassumerti brevemente il tutto per darti qualche spunto valido.

Vediamo quindi la parte più tecnica:

Cosa è il Type test e in che modo è legato al test di contenimento di una cappa chimica?

Il test di contenimento  di una cappa chimica è un test che viene fatto praticamente da tutte le case costruttrici (perché obbligatorio) primariamente nelle fasi di collaudo presso i loro laboratori al fine di ricevere le certificazioni dagli enti preposti e poterla commercializzare.

Unitamente a un’altra serie di test specifici che portano poi a rilasciare il “Type Test

Il Type test quindi, non è altro che una serie di test eseguiti da un costruttore di cappe su una determinata cappa chimica (matrice) e che indica tutti i criteri secondo il quale la costruzione di cappe chimiche analoghe se rispettano le stesse caratteristiche possono essere identificate come pari prestazioni alla cappa sul quale sono stati eseguiti tutti i test iniziali e quindi avere le medesime certificazioni.

Ne deriva quindi che il costruttore di cappe esegue i test su una determinata cappa e poi produce in serie le altre che avranno le stesse caratteristiche costruttive.

Il type test del costruttore viene ad ogni modo eseguito singolarmente su tutte le cappe e ne viene rilasciata apposita documentazione prima che la cappa venga posizionata.

Il type test è molto importante in fase di collaudo di una nuova cappa installata presso un laboratorio perché da l’indicazione all’azienda di assistenza tecnica di quali valori sono stati riscontrati su quella specifica cappa in quanto tale documentazione accompagna sempre la nuova cappa e deve essere rilasciata obbligatoriamente con la stessa.

Ho parlato di indicazione…

Non a caso, in quanto in realtà poi le cappe chimiche vengono installate nei posti più disparati e quindi non è detto che si riescano ad avere le pari misurazioni anche sul luogo dove si trova la cappa installata.

Ovviamente tali valori rilevati dai tecnici non si dovranno discostare di molto dal Type test iniziale altrimenti potrebbe essere compromesso il buon funzionamento del dispositivo di protezione collettiva che viene installato.

Ho fatto questa breve parentesi doverosa per continuare a spiegarti un po’ più nello specifico cosa è il test di contenimento di una cappa chimica.

Ad ogni modo devi sapere che è possibile eseguire due tipologie di test di contenimento quando si parla di una cappa chimica:

  • inner measurement plane (Misurazione sul piano Interno cappa chimica)
  • outer measurement plane (Misurazione sul piano esterno cappa chimica)

e adesso ti andrò a spiegare nel dettaglio le differenze.

 

  • INNER MEASUREMENT PLANE (Piano di misurazione interno alla cappa chimica)

E’ il test di contenimento che viene eseguito su una cappa chimica considerando il piano del saliscendi (vetro frontale) nella posizione di apertura indicata dal costruttore durante il Type Test (Test Tipo), ecco perchéti spiegavo di cosa si trattava.

Infatti se il costruttore ha eseguito tale test a un’apertura di 40 o 50 cm poi anche sul campo in sede di manutenzione e validazione delle cappe andrà fatto nella medesima posizione.

Questo test quindi è anche quello che viene fatto dai costruttori di cappe chimiche nei loro laboratori prima che le stesse vengano messe in commercio e vendute ai clienti.

A questo punto ti starai domandando:

Ma in cosa consiste nello specifico eseguire un test di contenimento di una cappa chimica?

Te lo spiego subito,

Una volta posizionato il saliscendi alla giusta altezza indicata dal costruttore cappa (nel type test) che in genere si aggira sui 40/50 cm dal piano di lavoro vengono posizionate delle sonde di rilevamento ( in genere 9) ed iniettato un gas dall’interno verso l’esterno per verificare se le sonde captano qualcosa in uscita.

Questo perché ti ricordo velocemente che una cappa chimica ha come principio base quello di garantire la sicurezza dell’operatore evitando che i vapori di eventuali sostanze chimiche manipolate all’interno fuoriescano all’esterno.

Il test di contenimento di una cappa chimica quindi serve a “contenere” i vapori all’interno, come il famoso muro di Berlino che serviva a “contenere” le persone al di là del muro appunto.

Ma poi con il tempo, le cose cambiano e quindi neanche il muro di Berlino è riuscito più a contenere perchè è stato distrutto, un pò come la tua cappa chimica che passando gli anni e cambiando molte cose nel tuo laboratorio potenzialmente è destinato a subire la stessa fine.

No dai, non voglio distruggerti la tua cappa, era solo per farti un veloce esempio e darti un’immagine visiva più facile da associare, infatti un muro ti riesce facile da immaginarlo e quindi ricordati che quando parlerò di contenimento intendo letteralmente come se esistesse un muro che contenga all’interno le sostanze che manipoli.

Quindi tale test, dovrebbe dare un’indicazione sul reale contenimento della cappa chimica evidenziando:

  • Assenza di turbolenze
  • Velocità frontale corretta
  • Nessuna fuoriuscita dei vapori

Quindi in soldoni una sorta di fotografia del buon funzionamento della tua cappa chimica.

Si ma in che modo nello specifico riesce a farlo questo test di contenimento di una cappa chimica?

Certo che sei esigente, ok ti rispondo subito, in pratica prima di eseguire il test di contenimento sarà necessario analizzare precisamente quali sono le sostanze chimiche che vengono manipolate sotto cappa.

Questo perché bisognerà prendere la più tossica e/o cancerogena che viene utilizzata, analizzare la scheda di sicurezza e trovare il valore di TLV-CEILING corrispondente.

Immagino che tu sappia di cosa sto parlando ma visto che ci siamo ti sparo anche la definizione di TLV

Cosa è il TLV di una sostanza e come si relaziona con il test di contenimento di una cappa chimica?

Ti riporto la descrizione diretta di Wikipedia perché non mi devo inventare nulla:

“I Threshold Limit Value (ovvero “valore limite di soglia” o TLV) sono le concentrazioni ambientali delle sostanze chimiche aerodisperse al di sotto delle quali si ritiene che la maggior parte dei lavoratori possa rimanere esposta ripetutamente giorno dopo giorno, per una vita lavorativa, senza alcun effetto negativo per la salute” (Wikipedia)

Ma esistono tre diversi tipi di TLV che ti riporto di seguito sempre citando fedelmente le parole di Wikipedia così non faccio torti a nessuno:

  • TLV-TWA(time-weighted average): esprime la concentrazione limite, calcolata come media ponderata nel tempo (8 ore/giorno; 40 ore settimanali), alla quale tutti i lavoratori possono essere esposti, giorno dopo giorno senza effetti avversi per la salute per tutta la vita lavorativa.
  • TLV-STEL(short-term exposure limit): è il valore massimo consentito per esposizioni brevi – non oltre 15 minuti – ed occasionali – non oltre quattro esposizioni nelle 24 ore, intervallate almeno ad un’ora di distanza l’una dall’altra. Il TLV-STEL è la concentrazione alla quale si ritiene che i lavoratori possano essere esposti per breve periodo senza che insorgano: irritazione, danno cronico o irreversibile ai tessuti, effetti tossici dose risposta, narcosi di grado sufficiente ad accrescere le probabilità di infortuni o di influire sulle capacità di mettersi in salvo o ridurre materialmente l’efficienza lavorativa. Il TLV STEL non protegge necessariamente da questi effetti se viene superato il TLV-TWA. Il TLV-STEL non costituisce un limite di esposizione separato indipendente, ma piuttosto integra il TLV-TWA di una sostanza la cui azione tossica sia principalmente di natura cronica, qualora esistano effetti acuti riconosciuti
  • TLV-C(ceiling): concentrazione che non deve essere superata durante qualsiasi momento dell’esposizione lavorativa. Si tratta di valori limite da applicare per le esposizioni istantanee, che non devono superare per alcuna ragione nel corso del turno di lavoro. L’ACIGIH (American Conference of Governmental Industrial Hygenists) è del parere che i limite di concentrazione indicati per prevenire irritazionenon debbano essere considerati meno vincolanti di quelli raccomandati per evitare l’insorgenza di un danno per la salute. Sono sempre più frequenti le constatazioni che l’azione irritativa può avviare, facilitare o accelerare un danno per la salute attraverso l’interazione con altri agenti chimici o biologici o attraverso altri meccanismi.

 

Dopo questa carrellata di informazioni che puoi approfondire su internet, come ti dicevo, quando si parla di test di contenimento di una cappa chimica, come ti dicevo inizialmente va tenuto in considerazione il TLV CEILING della sostanza più pericolosa che manipoli (in genere espresso in ppm , parti per milione)

Ad esempio se consideriamo un valore limite riferito alla formaldeide nella sua scheda di sicurezza viene indicato un valore di TLV Ceiling pari a 0,3 ppm

Ne deriva che eseguendo il test di contenimento, lo stesso evidenzierà se tali soglie vengono superate o meno per poi redigere le conclusioni del caso.

Più avanti ti dirò cosa penso di tutto questo ma adesso continuerò a spiegarti come funziona affinché tu capisca di che si tratta e poi tireremo le somme.

Passiamo quindi all’altro tipo di prova di test di contenimento di una cappa chimica:

 

  • OUTER MEASUREMENT PLANE ( Misurazione sul piano esterno della cappa chimica)

Quando si parla di Outer Measurement plane, si intende il test di contenimento eseguito su un piano parallelo al piano di apertura del vetro frontale ad una distanza che in genere è pari a 5 cm dal saliscendi (vetro)

Questo test serve per verificare un’ulteriore contenimento della cappa chimica sul fronte qualora alcuni vapori dovessero malauguratamente fuoriuscire.

Questo spesso accade per l’errato utilizzo delle cappe da parte degli operatori ma anche per strumenti troppo ingombranti all’interno delle cappe e così via.

Ad ogni modo, qualsiasi sia la causa che provoca tale fuoriuscita di vapori più o meno tossici il test dovrebbe servire a capire se i vapori vengono comunque ripresi entro i 5 cm dal flusso frontale di aspirazione della cappa chimica.

 

Ma adesso tiriamo un po’ le somme di tutto questo e voglio darti delle indicazioni e farti delle mie considerazioni su cosa ne penso al riguardo.

Voglio premettere che il test di contenimento di una cappa chimica è previsto dalle normative attuali che regolamentano l’uso e manutenzione delle cappe chimiche.

Questo test può essere una valida indicazione del buon funzionamento o cattivo funzionamento di una cappa chimica e questo lo condivido.

Vorrei quindi esporti per punti sia PREGI che DIFETTI così forse ti sarà più chiaro avere una situazione globale e capire cosa voglio mostrarti:

PREGI:

  • Permette di verificare se vi è il contenimento di vapori in una cappa chimica
  • Eseguendolo, si rispettano le normative vigenti che lo richiedono
  • Si possono evidenziare ancora di più eventuali turbolenze o problemi
  • Ci dice se la cappa chimica installata in una certa posizione è efficace o meno rapportandoci con i dati del costruttore che ha fatto i medesimi test
  • Viene eseguita una comparazione dei dati riscontrati e quelli che sono indicati nelle schede di sicurezza dei costruttori di sostanze chimiche e in genere si esegue il test considerando la sostanza più pericolosa

DIFETTI:

  • Il gas SF6 utilizzato contribuisce all’effetto serra e per eseguire un test di contenimento viene utilizzato durante tutto il campionamento
  • Questo test è molto lungo, in media per verificare una cappa da 120cm ci vuole anche 1h e per montare l’attrezzatura e smontarla un’altra mezz’ora il che allunga i tempi e quindi i costi (sempre che venga fatto)
  • Viene eseguito in assenza di personale (AT-REST) e quindi può dare solo un’indicazione di come lavora la cappa perché poi gli operatori in genere causano circa l’80% dei problemi e del mancato contenimento
  • Viene eseguito in una condizione ottimale (porte chiuse e finestre chiuse, condizionatori spenti altrimenti è difficilissimo che si riesca ad avere un risultato favorevole
  • E’ possibile eseguire circa 5/6 cappe con una bombola di gas SF6 quindi per molte cappe il costo aumenta ovviamente
  • E’ una fotografia in 1 determinato giorno su 365 annuali e non può essere tenuto assolutamente in considerazione se per caso varia la sostanza più pericolosa che viene manipolata e per il quale era stata eseguita la prova, il test non è più neanche da prendere in considerazione.
  • E’ costosissimo, da solo questo test costa più di tutti gli altri messi insieme ( smoke test, controlli anemometrici e via dicendo)

 

Con tutto questo cosa voglio dire?

Semplicemente che secondo me spendere un sacco di soldi per far eseguire questo test a un’assistenza tecnica non ha molto senso e ti spiego il perché.

Intanto voglio dirti che il costo elevato di tale test è giustificatissimo, sia perché ci vuole molto tempo per eseguirlo come ti dicevo prima ma anche perché la strumentazione scientifica per eseguirlo è costosissima.

Ci vogliono anche 50/60000 euro solo per la strumentazione e poi i costi delle bombole del gas (con il quale si riescono a fare max 5/6 cappe per volta), i costi del tempo per montare e smontare l’attrezzatura e così via dicendo.

Ci tenevo a precisare questa cosa affinché qualcuno non mi fraintenda.

Però ti dicevo che spendere questi soldi per me è uno spreco, se ne hai in più allora si va benissimo fare tale test ma se i fondi sono contati allora no.

Qualcuno mi ha detto:

“Sig. Cirillo secondo lei è corretto eseguire una verifica della velocità frontale su una cappa chimica e dire che relazionandosi al TLV di tale sostanza se viene rispettato il valore di velocità richiesto vi sia un vero e proprio contenimento?”

Risposta:

Premetto che in realtà una regola generale per tutte le cappe chimiche non esiste e che consiglio sempre di capire quale tipologia di sostanza viene utilizzata considerando soprattutto il suo stato (liquido o polvere ad esempio)

Ad ogni modo, credo che la sola verifica della velocità frontale non sia sufficiente a stabilire che una cappa stia garantendo il contenimento, credo che vada abbinato minimo lo smoke test che permette di vedere visivamente come si comportano i flussi , estendendolo anche nell’area davanti alla cappa per capire se ci sono flussi d’aria che possono disturbarne il buon funzionamento.
E se i fondi lo permettono abbinare anche un test di contenimento di una cappa chimica e s e fosse possibile sia inner plane che outer plane.

Soprattutto se si vuole andare a fondo nello specifico su una determinata cappa perché magari le lavorazioni sono con sostanze cancerogene o mutagene.

Ma rimango fermamente convinto che la fonte dei guai derivi spesso dall’operatore che purtroppo non ha ben chiaro come deve manipolare al fine di non portare fuori lui stesso i vapori.

Il test di contenimento di una cappa chimica infatti simula i vapori che potrebbero inavvertitamente fuoriuscire dalla cappa e va ad analizzare se vengono captati dalle sonde poste sul fronte o poco fuori il fronte.

Ma questa non è una realtà operativa che è possibile comparare perché l’operatore sarà sempre più forte e creerà sempre delle turbolenze o ritorno di vapori se lavora nel modo scorretto sotto cappa che nessun flusso di aspirazione potrebbe contrastare.

In genere i flussi di cappe che vengono utilizzate per cancerogeni hanno una velocità di circa 0,65/0,75 m/s possono arrivare se si vuole e si riesce a 0,85 ma non si può mettere un motore di aspirazione di uno SPACE SHUTTLE.

Per due semplici motivi:

  1. La velocità dell’aria in ingresso alla cappa che è troppo elevata può causare forti turbolenze ed essere la stessa causa di fuoriuscita dei vapori
  2. Una corrente d’aria anche solo di 1 m/s che viene aspirata sul fronte, spara dietro la schiena di un’operatore un flusso che rischia di metterlo KO fisicamente. Mai sentito parlare del colpo della STREGA? Ecco se te ne è venuto uno davanti a una cappa che magari un buon tecnico ti ha impostato anche a più di 1 m/s allora adesso ne conosci la causa.

 

Oppure mi è stata fatta questa domanda:

“Eh ma Sig. Cirillo, anche gli altri test vengono eseguiti in assenza di personale e sono una semplice indicazione (fotografia) quindi?”

La mia risposta:

Assolutamente si, tutti i test che vengono eseguiti sono sempre ed esclusivamente una fotografia di 1 giorno a fronte di 365 giorni di utilizzo.

Solo un monitoraggio in continua giornaliero potrebbe dare un’indicazione del genere ovviamente.

Ma sarebbe impossibile perché i costi sarebbero improponibili e poi perché ad ogni modo non servirebbe a nulla farlo, quello che è importante capire e che tu devi capire è il fatto che la differenza sta nell’approccio che si ha nei confronti della cappa.

Se la cappa la sai utilizzare correttamente limiterai tu stesso i danni anche se è posizionata male, anche se hai operatori che ti saltellano dietro o altro.

Tu e solo tu puoi garantirti la sicurezza sul lavoro perché sei tu che ci lavori.

Ormai è un dato di fatto, gli operatori di cappe non sanno usarle correttamente e tutti chi per una cosa chi per un’altra commettono errori, a volte anche piccoli che all’apparenza sembrerebbero banali ma che possono avere un’incidenza molto significativa sotto molti punti di vista.

Ma non è colpa tua, ne colpa dei tuoi colleghi secondo me, il problema è che nessuno vi ha messo nella condizione di poter imparare e lavorare nel modo corretto, nessuno si è mai preoccupato di farvi capire l’importanza di questi dispositivi di protezione collettiva.

Io faccio spesso l’esempio dei piloti di automobili, magari rende di più l’idea, immagina se un pilota di formula uno non conosca alla perfezione come utilizzare la sua vettura al fine non solo di avere le prestazioni massime ma proprio di garantirsi la sua sicurezza.

Immagina questo pilota che viaggia a 300Km/h sfrecciando sulle piste con l’obiettivo di arrivare primo, spingerà sull’acceleratore più che può ma poi arrivando in curva nessuno gli ha spiegato che deve scalare le marce e prendere quella curva in un certo modo, qual è il freno e cosa fare per riuscire a percorrerla nel migliore dei modi, in velocità si ma sempre in sicurezza

Pensi sia possibile?

Cosa accadrebbe se non sapesse alla perfezione come funziona la sua macchina?

Probabilmente anche lui ha una vita, una famiglia e magari dei figli e probabilmente rischierebbe di non vederli più.

Pensa che questo può accadere anche a chi è un’ esperto ovviamente come casi storici, ZANARDI , SENNA e così via…

Figuriamoci a un pilota che non ne capisce niente, non credo possa durare.

Si ma il tuo lavoro è differente vero!

Quasi dimenticavo la solta frase che piace a molti, si infatti è differente, tu hai un problema ancora più grande perché non vedi il muro.

Tu utilizzi sostanze che neanche ti accorgi di inalare e che potenzialmente ti stanno uccidendo da dentro e neanche lo sai. Non vedi il muro quindi!

Ecco in cosa è differente il tuo lavoro, quindi smettila di far finta di niente e prendi “il toro per le corna” perché nessuno ti prenderà in braccio fino alla soluzione.

Combatto infatti contro l’indifferenza delle persone a certi fatti così rilevanti, ecco qui diventi colpevole tu di non approfondire queste tematiche.

Adesso se sei arrivato a leggere fino qui non puoi più dire che non lo sapevi, non puoi più dare la colpa agli altri o alla tua amministrazione che non ti mette a disposizione i fondi o che non ti compra una cappa megasupergalalttica.

Ognuno di noi può decidere e deve decidere il meglio per se e per i suoi cari poiché non ci posiamo permettere di rimandare questa responsabilità ad altri. Possiamo farci aiutare si ma niente di più.

Capiamoci, è fondamentale eseguire le manutenzioni, non fraintendermi sempre, sto solo dicendo che tu lavori almeno 5/6 giorni la settimana nel tuo laboratorio e mediamente qualche ora sotto cappa la passi quindi probabilmente hai l’incidenza maggiore sulle problematiche annesse e connesse.

Se poi fai eseguire un controllo a un’azienda seria che non solo fa le verifiche in assenza del personale, ma scende nel dettaglio e cerca di capire con te se stai lavorando nel modo corretto.

Se ti affidi a un’azienda di assistenza tecnica che riesce a darti indicazioni valide e utilizzabili sin da subito oltre che informazioni interessanti in generale ed evidenzia eventuali errori che riscontra nella tua lavorazione allora si che potrai lavorare sereno.

Ti parlo di un’azienda seria e affidabile perché dopo tutto quello che ti ho detto le complicazioni nell’eseguire tale test, il costo e soprattutto il tempo necessario ad eseguirlo, tu sei ancora convinto che tutte le aziende siano serie?

Mi fanno veramente ridere quelli che appaltano tale test su 300/400 cappe presso un’intera struttura universitaria o altro, come può mai un’azienda seria farvi i test a due soldi e scendere così di prezzo?

Possibile che non ve lo domandate?

Dai non dirmi che devo dirtelo io, non farmi dire che forse forse stanno facendo semplicemente finta di fartele, non farmi dire che non è possibile fare 400 cappe in poche settimane o anche un mese considerando poi che in genere devono essere eseguite anche tutte le altre verifiche.

Dai non farmelo dire ok?

Ma adesso tornando al nostro test di contenimento di una cappa chimica, non voglio fare il NOSTRADAMUS della situazione ma credo che nel breve tempo verrà cambiato qualcosa.

Si perché ti ricordi quando ti ho detto che il gas SF6 utilizzato per il test di contenimento è con assoluta certezza un gas che contribuisce l’effetto serra?

Ecco, forse non sai che questo gas è ormai utilizzato da oltre 40 anni e che viene usato in molte realtà come nell’industria dei pneumatici, settore elettronico, nei solventi, come isolante termico e via dicendo

Oltre quindi ad essere usato come tracciante per il test di contenimento ovviamente di cui ti parlavo prima.

L’SF6 nonché esafluoruro di zolfo è un gas quindi a causa del suo elevatissimo potenziale riscaldante globale è stato inserito nel protocollo di Kyoto ed è sotto gli occhi di tutti per questo.

Ti basti pensare che impatta sul clima terrestre più dell’anidride carbonica per circa 23000 volte in più e che non si dissolve perché è in grado di fluttuare per oltre 3000 anni.

Insomma puoi trovare di tutto e di più su questo gas, non voglio farti una lezione sul Gas SF6 o sul suo effetto serra che è semplicemente un dato di fatto.

Voglio dirti che secondo me verrà eliminato dalle normative che attualmente lo richiedono espressamente al fine di eseguire un test di contenimento su una cappa chimica.

Si possono già eseguire con un altro sistema denominato KI-DISCUS che in realtà non è altro che il test che viene eseguito sulle cappe biohazard al fine di garantirne l’efficienza.

Questo test è possibile eseguirlo anche sulle cappe chimiche mentre invece il test con SF6 non è così versatile e non può essere usato sulle cappe Biohazard.

Cosa è il KI-DISCUS?

Il Ki-Discus è un test che non impiega gas serra e non è dannoso ne per uomo ne per ambiente.

Però se il test di contenimento è costosto, il Kidiscus lo è ancora di più per una questione non solo di strumentazione, soprattutto impatta molto il tempo e materiali che occorrono per eseguirlo.

Adesso non scenderò nel dettaglio di cosa è il Ki-Discus o altro perché è un capitolo che merita uno spazio solo per se ma ricrodati quello che ti dico perché presto prenderà il posto dell’ SF6 in tutto e per tutto.

Non dire che non lo avevo detto.

Fabrizio Cirillo

Il Boss Delle cappe

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