Smaltimento filtri delle cappe da laboratorio? Ecco le 5 cose fondamentali da sapere
Spesso ad alcuni clienti gli si accappona la pelle quando si parla di smaltimento filtri delle cappe da laboratorio ,
in questo inedito articolo ti parlerò proprio di questa tematica scottante e ti svelerò molte importanti informazioni che spesso vengono storpiate affinché tu non ci capisca proprio niente rimanendo preda degli eventi.
Immagino che se ti occupi di lavorare a contatto con le cappe da laboratorio,
ti sarai trovato ad affrontare la tematica di gestione dei rifiuti da laboratorio che vengono prodotti
sotto cappa, ma quando invece viene gestita la manutenzione su una cappa biohazard piuttosto che una cappa chimica ti sarai chiesto:
- Chi si occupa dello smaltimento filtri dei dispositivi di protezione collettiva?
- Chi è il produttore dei filtri Hepa o filtri a carboni attivi sostituiti?
- Chi ha la piena responsabilità?
- Chi deve compilare i registri di carico e scarico , formulari vari e registrazioni Sistri?
Insomma sono sicuro che queste domande te le sarai fatte e come… magari dando anche una tua risposta o interpretazione delle normative.
Invece sono quasi sicuro che non ti sei mai fatto queste 5 domande fondamentali quando si parla di smaltimento filtri dei DPC?
- Posso affidare a chiunque lo smaltimento filtri speciali delle mie cappe da laboratorio? chi è il produttore del rifiuto?
- A Quale Albo deve essere iscritta una società affinché mi tuteli in caso incaricata dello smaltimento filtri?
- Come faccio a sapere se un’azienda è regolarmente iscritta all’Albo Nazionale?
- Sotto quale categoria deve essere iscritta un’azienda affinché io possa stare tranquillo in caso di smaltimento filtri?
- Qual’è il codice CER adeguato con il quale eseguire lo smaltimento filtri Hepa? e per quelli a carboni attivi?
Ti ho spiazzato?
Non volevo gettarti in un clima di tristezza , pessimismo e fastidio ma sono proprio queste le domande che se non ti sei mai fatto rischiano di metterti in seria difficoltà in caso di controlli , ispezioni o verifiche di qualsiasi tipo su tali rifiuti speciali , tematica molto delicata oggi giorno sotto i riflettori.
Non credo che tu voglia incappare in denunce penali ed amministrative
quindi ti consiglio vivamente di continuare a leggere così ti spieghero’ meglio nel dettaglio come potrai tutelarti.
Ho deciso quindi di scrivere un articolo su tale tematica perché mi scontro quotidianamente con clienti che purtroppo sono stati educati male da agenzie di assistenza tecnica , un pò sempliciotte , se così si può dire, che hanno messo a repentaglio i propri clienti e continuano a farlo.
Quelle un pochino più coscienziose spesso se ne lavano le mani e lasciano l’incarico al cliente che oltretutto avvolte rischia anche di sbagliare il codice CER con il quale eseguire detto smaltimento filtri Hepa o di filtri a carboni attivi per cappe chimiche.
Voglio premettere che in realtà viene lasciato molto spazio a interpretazioni varie quando si parla di rifiuti, quello che bisogna capire però è che poi se ci si trova davanti al procuratore indagati per qualche fatto poco piacevole , è sempre meglio avere una buona storia da raccontare , far capire al PM che si è in buona fede mediante una serie di fatti concreti e non di certo favolette.
Devi quindi capire che , come si dice da me, “non te la puoi raccontare”
o meglio… non puoi raccontarla agli altri… soprattutto un PM che sa fare il suo lavoro e che probabilmente arriverà alla sua verità scartando le tue “scuse” poco credibili.
Ma veniamo a noi , ora ti risponderò punto per punto alle domande che ti ho posto sopra, vediamo se sei stato bravo a rispondere prima di leggere quello che ho da dire…
(1) Posso affidare a chiunque lo smaltimento filtri speciali delle mie cappe? chi è il produttore del rifiuto?
Assolutamente NO!
Mio caro, ti ricordo che: ” la legge non ammette ignoranza” quindi se non vuoi ricadere in un incauto affidamento e prenderti tutte le responsabilità del caso, ti consiglio di seguire il mio consiglio:
affidarsi ad aziende serie e competenti , in regola con la documentazione e tutto il resto è importantissimo per garantirti un minimo di sicurezza.
Soprattutto quando si parla di tematiche così delicate quale lo smaltimento filtri delle cappe , devi fare ancora più attenzione credimi, infatti come ti dicevo prima le leggi attuali si prestano a varie interpretazioni che ognuno cerca di far girare a suo favore ovviamente ma una cosa è certa potrai trovarti solo in due situazioni:
- Essere il produttore del rifiuto da smaltire
- NON risultare proprio neanche come Produttore
cosa???? ti starai chiedendo…
In realtà è proprio così e ti faccio anche un esempio molto semplice, spesso vengono affidati appalti ad imprese che si devono occupare della manutenzione dell’impianto di areazione e quindi anche dei condizionatori ovviamente.
Bene , proprio in quel caso , qualora il tecnico nel fare la manutenzione si accorge che uno dei prefiltri o filtri è da cambiare con uno nuovo perché non pulibile o difettoso provvederà in autonomia ad eseguire la sostituzione e quindi produrrà un rifiuto (il vecchio prefiltro o filtro )
In questo caso il tecnico, o meglio l’azienda che ha l’appalto per la manutenzione diverrà il “produttore” del rifiuto stesso e dovrà gestirlo come tale.
Dovrà farsi carico di registrare detto rifiuto nei propri registri e dopodiché provvedere allo smaltimento a norma , provvedere alla compilazione del Sistri e seguire i formulari.
Ovviamente questo solo e solo se l’azienda manutentrice ha in gestione una sorta di full-risk comprensivo appunto di cambio parti consumabili in caso di necessità perché altrimenti il tutto decade e il cliente torna ad essere il produttore.
Detto questo, vorrei girarti il tutto alla manutenzione delle cappe da laboratorio e allo smaltimento filtri che ne può conseguire.
Spesso si pensa erroneamente che il cliente sia “sempre” il produttore del rifiuto, ma in realtà anche in questo caso, dipende dal tipo di contratto stipulato con l’azienda appaltatrice che nel caso in cui si trova a dover cambiare dei filtri ne diverrà la produttrice.
Per fartela semplice quindi può essere riassunta così:
E’ definibile il produttore del rifiuto , colui che ha la disponibilità del consumabile e ne può disporre eventuale sostituzione o meno perché in gestione totale.
Quindi la prossima volta che stipuli un contratto fai bene attenzione a sottolineare questa cosa seguendo quelle che possono essere le necessità ovviamente.
(2) A quale Albo deve essere iscritta una società affinché mi tuteli in caso incaricata dello smaltimento filtri?
Nella risposta precedente ho omesso di scendere troppo nel dettaglio ma qui adesso andiamo ad approfondire un pochino perché sicuramente c’è un pò di confusione e poca informazione in tale materia.
Infatti pochissimi sanno che esiste un Albo Nazionale dei Gestori Ambientali
e ancora meno sanno che le aziende di assistenza tecnica delle cappe, soprattutto quelle che prendono in carico lo smaltimento filtri dei clienti, devono essere obbligatoriamente all’Albo Nazionale Gestori Ambientali nella categoria corretta.
se non sai minimamente di cosa stò parlando ti invito a cliccare sul seguente link e visualizzare appunto il portale dell’Albo Nazionale (clicca qui)
Vorrei anche farti notare che potrai eseguire una ricerca per ragione sociale o meglio per partita Iva di eventuali aziende al quale già ti affidi da tempo , magari per lo smaltimento di rifiuti anche di altro tipo.
Sapevi l’esistenza di questo strumento? ma soprattutto sapevi che la registrazione è obbligatoria per le aziende che vogliono fornire tale servizio?
(3) Come faccio a sapere se un’azienda è regolarmente iscritta all’Albo Nazionale?
Come ti indicavo prima, vai direttamente sul portale: http://www.albonazionalegestoriambientali.it
E nella zione elenchi iscritti e prova a eseguire una ricerca per “ragione Sociale” inserendo la partita IVA ,
se vuoi fare una prova “certa” usa quella della mia società di assistenza tecnica regolarmente iscritta:
TECHNO srl ( PIva 05240751007) e vedrai che ti appariranno molte informazioni interessanti
Intanto per primissima cosa , ti dovrebbe apparire appunto la società interessata, se invece non ti da nulla con la ricerca della partita Iva allora inizierei a preoccuparmi, se invece appare la società già è un primo passo verso la tranquillità ma non hai ancora finito.
Ad esempio, un’altra cosa da verificare è la lista di mezzi autorizzati a tale scopo… questa è proprio una tattica super avanzatissima per capire se l’azienda con il quale collaboro è seria oppure rischia di mettermi in difficoltà in caso di controlli.
Si infatti potrebbe capitarti di usufruire di un’azienda regolarmente iscritta ma che in realtà non ha il mezzo autorizzato a tale scopo e quindi gettarti nuovamente nelle responsabilità dovute di incauto affidamento o altro.
Così facendo , ti potrai anche rendere conto di come è strutturata un’azienda di assistenza, certo che se trovi tra i mezzi autorizzati 1 o 2 mezzi sicuramente mi viene da pensare che sia una società piccolina e non ben strutturata.
Poi fai tu.
Se vuoi puoi vedere come è fatto un documento di registrazione all’Albo Nazionale andando nella nostra sezione chi siamo del sito istituzionale www.technosrl.it
Purtroppo devi vigilare su tutto… proprio così…!!!
(4) Sotto quale categoria deve essere iscritta un’azienda affinché io possa stare tranquillo in caso di smaltimento filtri?
Dipende dal servizio che la stessa intende offrire a te come cliente , nel senso che
se ti fornirà un servizio di pura intermediazione dei rifiuti speciali (smaltimento filtri hepa o carboni per capirci)
limitandosi a contattare un’azienda certificata e abilita a tale scopo allora dovrà essere regolarmente iscritta alla categoria 8F appunto come intermediazione dei rifiuti speciali.
Spesso questo punto viene un pò sottovalutato dai clienti che non sanno minimamente che moltissime aziende non godono di tale iscrizione e autorizzazione rischiando grosso entrambi ovviamente.
Nel caso in cui invece l’azienda (contrattualmente) risulti essere la Produttrice del rifiuto , allora dovrà essere iscritta nella categoria 2-BIS
ovviamente come prima, i furgoni autorizzati dovranno essere autorizzati anche per la categoria relativa altrimenti non sono in regola.
Ad esempio una pratica usata spesso da molte aziende è quella di essere iscritte alla categoria 2-Bis regolarmente ma poi per esigenze di vario tipo trovarsi a dover svolgere funzioni da intermediari puri e ZAC ecco che si rischia nuovamente.
Insomma, spero di averti passato il messaggio che affidarsi a gente competente e regolarizzata ti tutela a 360°, il problema è che devi impegnarti un pochino più a fondo almeno inizialmente senza dare nulla per scontato e vedrai che non incapperai in problematiche di alcun tipo.
(5) Qual’è il codice CER adeguato con il quale eseguire lo smaltimento filtri Hepa? e per quelli a carboni attivi?
Anche qui si potrebbe aprire uno scenario tempestoso e burrascoso perché anche qui l’interpretazione la fa da padrona.
Devi capire che il produttore e solo il produttore ha l’obbligo e la responsabilità di attribuzione del codice CER adeguato al rifiuto che dovrà andare a smaltire, si proprio così…
alcuni avvolte mi dicono, si ma la mia assistenza mi ha detto che , mio cugino mi ha detto che ecc ecc
No ti fermo subito… perché se sei il produttore sei solo tu ad avere tale responsabilità e quindi ti consiglio di capire bene come funzionano i codici CER e la loro attribuzione, nel nostro caso specifico ad esempio il codice CER più corretto per effettuare lo smaltimento filtri sia che siano HEPA che siano CARBONI potrà essere il CER 150202
Quello che pochi sanno è che per arrivare ad attribuire tale codice l’azienda di assistenza tecnica avrà dovuto eseguire una serie di analisi e test che comprovino la veridicità di tale attribuzione altrimenti si parla soltanto di fumo.
Infatti per farti un’esempio noi stessi abbiamo prelevato dei campioni di filtri Hepa, dei campioni di carboni attivi per varie sostanze come formaldeide, solventi e acidi e li abbiamo fatti analizzare a un laboratorio con relazione all’attribuzione del codice CER 150202 adeguato e solo successivamente il laboratorio ha confermato e classificato tale rifiuti con il codice CER indicato 150202.
Insomma , quando dico che si può parlare solo quando si hanno delle prove certe e inconfutabili da poter portare a testimonianza in caso di indagini ad esempio , è l’unico modo per tutelarsi e tutelare il proprio cliente.
Detto questo quindi, avrai capito che tenere in piedi una struttura organizzativa che possa realmente tutelarti non è cosa da poco e che i costi iniziano a essere molto elevati ecco perché la maggior parte delle aziende non si regolarizza neanche con il tempo.
Voglio essere sincero con te… anche noi in passato non eravamo certificati, non avevamo iscrizioni e non sapevamo neanche di cosa si stesse parlando…
ovviamente parliamo di molti anni fa…
ma poi il tempo passa, siamo nel 2016, non possiamo di certo portare avanti una scusa per 15 anni non trovi? allora ci deve essere la volontà sicuramente delle aziende di fare le cose giuste e non vendere fumo ai propri clienti
ma nello stesso tempo anche tu ci devi aiutare… si perché se non comprendi i costi enormi che ci sono dietro e chiedi solo sconti e prezzi stracciati alla fine ti prenderai un pò quello che cerchi .
Ti sembra giusto?
Se cerchi il prezzo più basso stai cercando la bassa qualità inevitabilmente e quindi credimi…
Troverai quello che cerchi sicuramente, dopo non lamentarti però!
Uomo avvisato , mezzo salvato.
Poi non lamentarti se ti ritrovi una distesa di rifiuti radioattivi o contaminati biologicamente che galleggiano sul fiume o nascosti nei prati dove gioca tuo figlio perché te la sei cercata agevolando certe aziende poco corrette che puntando nella direzione del risparmio e di mantenere i costi bassi non si fanno scrupoli a inquinare l’ambiente circostante.
Spero di esserti stato utile con questi piccoli cenni su tematiche molto delicate e per niente approfondite da nessuno che avevo il piacere di trattare.
Per cortesia commenta gli articoli e fammi qualche domanda specifica perché il tuo punto di vista è veramente importante.
Ciao e buona lettura
Paolo
12 Agosto 2016 at 21:07
Ciao Fabrizio
devo dire che ogni volta che leggo un nuovo articolo mi stupisco delle cose che non conosco e che mai avrei immaginato potessero esistere.
Bisogna veramente sapere molte cose per tutelarsi oppure trovare qualcuno di piena fiducia al quale affidarsi e basta perché è impossibile riuscire a sapere tutto non trovi?
Ad ogni modo complimenti per l’ottimo lavoro che stai facendo e la qualità degli articoli in generale , ci voleva proprio qualcuno che svelasse un po’ di retroscena e facesse luce su temi molto poco trattati.
Io lavoro in un laboratorio che è molto lontano dall’essere sicuro , pian pianino cercherò di smuovere qualche coscienza e cambiare le cose.
ciao grazie
Fabrizio Cirillo
12 Agosto 2016 at 21:11
grazie mille Paolo per questo tuo prezioso commento, mi aiuta a impegnarmi sempre più e continuare in questa direzione dando quanta più informazione possibile agli utilizzatori di cappe e non.
Ad ogni modo, ti rispondo alla domanda in quanto penso assolutamente che hai ragione e che non è possibile divenire esperti di tutto.
Un bravo chimico o un bravo biologo già devono gravarsi di fare al meglio il loro lavoro studiando e continuando a studiare di certo è impensabile diventare anche esperti nel settore delle cappe.
Però spendere un pò di tempo all’inizio per cercare e valutare un’azienda seria a discapito di altre meno preparate e qualificata è una cosa che si può fare non trovi?
poi scaricandoti la guida che ho realizzato dovrebbe essere ancora più facile.
Detto questo ti faccio un grande in bocca al lupo per tutto e per ogni necessità sai dove trovarmi.
ciao e buona lettura