Evita i 7 errori più comuni quando utilizzi la Formaldeide cancerogena con la tua Cappa Chimica
Se anche tu sei a rischio inalazione di FORMALDEIDE durante il tuo lavoro e ti trovi a manipolare sotto cappa chimica tale sostanza CANCEROGENA
ti conviene leggere questo articolo perchè non troverai informazioni di questo tipo in giro per il WEB
in questo articolo scoprirai gli errori più comuni che vengono commessi e che ti mettono a rischio di inalazione di formaldeide.
Ormai tutti sanno che dal 1 GENNAIO 2016 la Formaldeide appunto è stata dichiarata a tutti gli effetti una sostanza cancerogena e online avrai modo di trovare ancora più dettagli tecnici sulla classificazione , la categoria ecc ecc
Ma io non sono qui per parlarti i questo ma più semplicemente per svelarti alcuni retroscena, gli errori più comuni commessi dagli operatori e accorgimenti che puoi avere da adesso in poi quando utilizzi le tue cappe chimiche.
Certo che stiamo parlando di una sostanza che viene usata praticamente da sempre e solo oggi nel 2016 qualcuno si è accorto che è così pericolosa?
Devi sapere che dietro a questa sostanza ci sono sin da sempre anche interessi economici di vario tipo ma per restare nel campo delle cappe da laboratorio ad esempio,
è stata utilizzata per moltissimi anni proprio per la decontaminazione delle cappe Biohazard.
Magari anche a te è capitato di vederti arrivare un’offerta di sostituzione filtri HEPA per la tua cappa biologica e a seguire una voce che indicava la decontaminazione obbligatoria con utilizzo di formaldeide.
Sono a conoscenza che ancora oggi alcune assistenze tecniche “poco serie” e “poco informate” adottano la formaldeide per la decontaminazione di cappe o canali di areazione quindi occhio a chi fai intervenire e a quali metodi poco ortodossi decidono di utilizzare per farti la decontaminazione.
Ad ogni modo quello che continua a farmi molto strano è il fatto che per moltissimi anni hai utilizzato la formaldeide ,
spesso senza neanche utilizzare i dispositivi di protezione collettiva come le cappe chimiche
o magari con delle cappe non propriamente idonee per vari motivi
Cosa hai inalato per tutti questi anni?
Qualcuno si è mai preoccupato di darti qualche informazione veramente utile a te che usi le cappe da laboratorio?
La risposta è abbastanza ovvia ed ecco perchè ho deciso di prendermi carico di questa iniziativa,
realizzando questo blog con un unico scopo , quello di farti avere delle informazioni che nessuno si penserebbe di darti mai.
Continua a leggere e potrai approfondire sempre più questo mondo, non nasconderti dietro al fatto che magari hai moltissimi anni di esperienza nel tuo laboratorio
perchè perderesti una grande opportunità di:
- Salvaguardare la tua salute e sicurezza
- Tutelare l”ambiente
Sempre più spesso purtroppo mi scontro con persone che per via dell’abitudine sottovalutano alcuni aspetti
è da molto tempo che continuo a dire di non sottovalutare la formaldeide e di fare molta attenzione ad esempio ai carboni sulle cappe
ma da un orecchio entrava e dall’ altro usciva.
Tornando un attimo ancora indietro nel tempo ho sentito dire ad alcuni, “ mi ricordo ancora quando da piccolo mi mangiavo le pastiglie di formitrol?
Eccoti una vecchia foto di questi tubetti miracolosi per il mal di gola.
Adesso te lo ricordi? Se sei troppo giovane non puoi ricordarlo perché sono passati un po’ di anni ma credimi quando ti dico che veniva consumato a tonnellate da tutti.
Infattiil Formitrol veniva utilizzato per lo più quando si aveva il mal di gola e veniva prodotto dai laboratori farmaceutici del Dr. Wander.
All’interno era contenuta la formaldeide , oggi bandita ma all’epoca assolutamente innocua anzi , benevola al punto che uccideva i microrganismi.
Infatti funzionava veramente ed ecco perché della sua diffusione su larga scala.
Di fatto , quando si parla di formaldeide devi sapere che si tratta di una molecola denominata appunto aldeide composta da due atomi di idrogeno , un atomo di ossigeno e uno di carbonio.
La formaldeide viene ancora oggi impiegata moltissimo per tanti scopi come ad esempio per conservare dei campioni istologici dopo averli sezionati su una stazione di taglio aspirante che in genere si trova nei laboratori di istologia o anatomia patologica.
Si può trovare l’uso di formaldeide anche in alcuni mobili , il che è molto pericoloso perché spesso se non facciamo arieggiare gli ambienti i vapori si disperdono nell’aria.
Devi sapere anche che la formaldeide potresti chiamarla anche aldeide formica o con un po’ di ilarità ma sempre con il suo termine tecnico “metanale” infatti deriva proprio dal fatto che siano stati fatti interagire dei vapori di alcol metallico con una lamina calda di platino per la primissima volta nell’anno 1867 dal Dr. Von Holfmann
Detto questo, anche se utilizzata in vari modi e in vari ambienti , resta il fatto che sia molto pericolosa , infatti già nel 2004 l’Agenzia Internazionale della Ricerca sul Cancro che tutti conoscono come AIRC aveva inserito la formaldeide nell’elenco delle sostanze cancerogene per l’uomo e solo successivamente appunto a Gennaio 2016 è stata classificata ufficialmente di tipo 1B.
Se ti sei chiesto che fine hanno fatto queste miracolose pastiglie di formitrol , devi sapere che vengono ancora oggi prodotte ma ovviamente è stata eliminata completamente la formaldeide anche se ha mantenuto lo stesso nome.
Oggi finalmente che si sono decisi a classificare appunto la formaldeide come cancerogena
HO LA TUA ATTENZIONE?
meno male… lo spero vivamente.
Quindi togliti le bende dagli occhi e inizia a fare attenzione a certi dettagli che sono veramente importanti.
A tal proposito voglio indicarti i 7 errori più comuni che fanno gli operatori di cappe:
- utilizzo di cappe aspiranti al posto di cappe chimiche
- utilizzo di cappe chimiche a ricircolo con carboni attivi prive di espulsione esterna
- utilizzo di cappe chimiche con espulsione esterna senza filtri a carboni attivi
- utilizzo di cappe chimiche senza una corretta formazione e informazione
- utilizzo di quantitativi di formaldeide in quantità industriali senza esigenze reali
- utilizzo di formaldeide senza l’uso di dispositivi di protezione individuale idonei
- utilizzo di formaldeide senza aver prima fatto un’attenta valutazione dei rischi
Ti sembrano così scontati?
Bhè approfondiamoli e vedremo se avevi pensato proprio a tutto, magari qualcosa la sai già e lo spero vivamente ma probabilmente non sai proprio tutto non credi?
1 ) UTILIZZO DI CAPPE ASPIRANTI AL POSTO DI CAPPE CHIMICHE
Ti faccio questa precisazione perchè ancora oggi moltissimi laboratori sono totalmente indietro con i propri dispositivi di protezione collettiva che il più delle volte sono:
- molto vecchi
- non idonei
Devi sapere che in generale non dovresti mai utilizzare appunto una cappa aspirante per la manipolazione di sostanza chimiche in genere quindi figuriamoci per la formaldeide non credi?
ma facciamo un passo indietro,
magari non riesci a fare la differenza tra una cappa aspirante e una cappa chimica o magari si ad ogni modo preferisco specificarlo così siamo tranquilli:
Cappa aspirante: è una cappa che ha un motore di aspirazione all’interno o all’esterno ma che non ha i giusti requisiti per essere classificata come cappa chimica,
- non ha velocità di aspirazione adeguati
- non ha una struttura adeguata
- non è studiata concettualmente per utilizzo sostanze chimiche
Ci sono anche Cappe aspiranti che sono dotate di carboni attivi certo…
ma credimi quando ti dico che sei totalmente a rischio nell’utilizzo di cappette del genere perchè non riusciranno mai ad avere un contenimento adeguato, figuriamoci per la formaldeide che richiede ad esempio velocità intorno ai 0,6/0,7 m/s
detto questo, ti consiglio di evitare l’utilizzo di cappe aspiranti in genere per utilizzo di sostanza chimiche ma soprattutto evita di usarle per manipolare la FORMALDEIDE
Le cappe chimiche invece ti permettono di manipolare tali sostanze
occhio a tenerle sempre sotto controllo perchè è vero che sono utili ma solo se sono regolarmente funzionanti
ed ecco perchè avere un’assistenza tecnica di cappe chimiche ti permetterà di stare più sereno e di pensare solamente al tuo lavoro.
2) UTILIZZO DI CAPPE CHIMICHE A RICIRCOLO CON CARBONI ATTIVI PRIVE DI ESPULSIONE ESTERNA
Voglio ricordarti che la cappa a ricircolo ( Ductless Fume Hood ) se vogliamo essere più pignoli e tenici,
è appunto una cappa chimica che al suo interno ha un elettroaspiratore e uno o più filtri a carboni attivi per far si che le sostanze chimiche manipolate sotto cappa vengano filtrate e l’aria espulsa all’interno del laboratorio
venga purificata.
Ti stai chiedendo come mai ho inserito una cappa di questo tipo tra gli errori immagino…
Bene te lo dico subito…
L’errore primario è il pensare che l’utilizzo di questa cappa risolva tutti i tuoi problemi
infatti spesso e volentieri gli operatori che hanno una cappa a ricircolo con filtri a carboni abbassano la loro soglia di pericolo e sottovalutano le circostanze.
Nello specifico credo fermamente che l’utilizzo delle cappe da ricircolo siano una soluzione solo e solamente quando c’è una reale conoscenza del loro funzionamento,
devi sapere che i filtri a carboni attivi non sono eterni
NO NON LO SONO
anzi , si saturano molto più velocemente di quello che puoi immaginare.
Spesso e volentieri mi ritrovo a dover combattere , nel vero senso della parola, con operatori o proprietari che non capiscono proprio l’inefficacia di questi filtri
nel momento in cui non vengono sostituiti con regolarità
PER SEMPRE
Spesso mi sento dire:
“Sig. Cirillo i carboni non li voglio cambiare perchè tanto la cappa la usiamo così poco”
Bhè lasciati dire che questo è un grave errore perchè i Carboni attivi proprio per il loro poter Adsorbente
SONO INSTANCABILI LAVORATORI
infatti adsorbono 24h su 24h 365 giorni l’anno.
Adsorbono infatti odori di qualsiasi tipo e gas che si sviluppano non solo dalle manipolazioni ovviamente.
e la loro durata è drasticamente influenzata da
- umidità dell’aria
- temperatura dell’aria
- pressione
- concentrazione di sostanze utilizzate
Quindi se anche tu hai una cappa con carboni attivi DEVI SOSTITUIRE I FILTRI , sempre e periodicamente.
Detto questo però devo dirti anche che esistono tanti tipi di filtri a carboni attivi come ad esempio:
- carboni attivi per solventi
- carboni attivi per acidi
- carboni attivi per formaldeide
- e altri…
E’ fondamentale quindi che vi sia sempre uno studio che in genere viene fatta durante la valutazione dei rischi per determinare quale tipologia di carbone dovrai installare sulla tua cappa,
Non voglio confonderti però
perchè è vero che sulla tua cappa chimica a ricircolo puoi montare dei carboni attivi ad uso formaldeide nel caso in cui appunto la sostanza da te utilizzata è proprio la formaldeide
ma è vero anche che se la tua cappa non è collegata all’esterno ,
qualora il carbone dovesse saturarsi prima della sostituzione, tu e i tuoi collaboratori vi respirerete belle boccate di formaldeide.
Purtroppo tu che sei nel laboratorio non riesci a sentire velocemente che c’è qualcosa che non va mentre invece quando noi interveniamo in qualità di assistenza tecnica
sin sa subito ci accorgiamo che l’aria è contaminata perchè non siamo assuefatti ovviamente.
Ecco perchè credo che usare una cappa a ricircolo è un’errore ,
perchè oggi giorno che i soldi sono sempre meno la prima cosa che vedrai come un risparmio sarà quella di allungare arbitrariamente la vita del tuo carbone attivo della cappa
ARBITRARIAMENTE
Questo è pericoloso e ingenuo fattelo dire.
Non puoi decidere di rinviare una sostituzione di carboni attivi , al massimo puoi decidere di ANTICIPARE tale sostituzione come forma di prevenzione.
Ameno che non ci lavori proprio con la cappa e allora è un’altra questione,
ma se anche tu utilizzi formaldeide sotto la tua cappa con frequenza durante l’anno , non puoi esimerti da tale sostituzione.
Poi continuo a dirti che se hai la possibilità di canalizzare la tua cappa all’esterno del laboratorio ANCORA MEGLIO , questo non significa che poi non cambi più i filtri però
non fraintendermi
ti dà solo una maggiore sicurezza immediata in caso in cui si dovessero saturare prima del tempo previsto tutto qui.
3) UTILIZZO DI CAPPE CHIMICHE CON ESPULSIONE ESTERNA SENZA FILTRI A CARBONI ATTIVI
Mi riallaccio al punto esposto prima proprio per dirti che è preferibile espellere l’aria all’esterno dei tuoi locali per maggiore sicurezza
all’interno del tuo laboratorio
questo però non deve diventare un problema della collettività.
In che senso?
Parlo del fatto che molto spesso, più spesso di quello che si pensa,
l’abitudine più comune è quella di espellere l’aria aspirata sotto le cappe chimiche senza filtrarla prima con carboni attivi.
Immagina questo nel caso di sostanze chimiche in generale,
ma soprattutto nel caso di sostanze dichiarate cancerogene come la formaldeide appunto, tema principale di questo articolo.
Anche perchè tanto è il cane che si morde la coda in quanto quello che butti fuori dal tuo laboratorio te lo respirerai sempre tu PRIMA o POI.
Quindi il mio consiglio è che se hai dei box con carboni attivi, se hai dei filtri in genere a carboni attivi
provvedi alla sostituzione periodica avvalendoti di assistenze tecniche qualificate e che sanno perfettamente la pericolosità di tali manovre.
Se invece non hai carboni attivi vedi se è possibile predisporne l’installazione mediante appunto un box filtri prima dell’espulsione
incrociando le dita che l’elettroaspiratore che ti hanno montato sia dimensionato per riuscire a aspirare portate d’aria adeguate ovviamente ,
altrimenti ti troverai a dover sostituire anche il motore purtroppo.
L’immagine che ho deciso di inserire vuole essere ovviamente una provocazione,
purtroppo se continuiamo a fregarcene dell’ambiente circostante , molto presto l’utilizzo di maschere protettive facciali come nella foto potrebbero divenire una vera e propria realtà quotidiana per garantire la sopravvivenza.
Ad ogni modo con la formaldeide non si scherza e quindi dovrai
TI PIACCIA O MENO
adeguarti.
4) UTILIZZO DI CAPPE CHIMICHE SENZA UNA CORRETTA FORMAZIONE E INFORMAZIONE
Ma adesso veniamoall’errore principale che se risolto eviterebbe tutti gli altri errori
Ovviamente stò parlando dell’errore umano
tu come causa dei tuoi stessi problemi.
Si sono un pò diretto e brutale ma non voglio girarci intorno perchè stiamo parlando della tua sicurezza,
Perchè pur di lavorare devi scendere a compromessi così allucinanti?
Basterebbe quindi un pò di formazione e informazione per risolvere molti tuoi problemi, se chi di dovere pensa che sia inutile fartela fare allora ci devi pensare da solo,
non stò scherzando, devi provvedere tu a trovare i giusti canali per reperire informazioni di qualità e accrescere la tua cultura.
E’ l’unica arma che hai a disposizione altrimenti sarai il maggiore responsabile dei tuoi problemi.
Hai mai sentito il detto: “ chi è causa del suo mal pianga se stesso ” ???
bene spero tu scelga di non esserlo e di impegnarti un pò , ad ogni modo se sei arrivato fin qui probabilmente sei sulla giusta strada e voglio farti i miei complimenti
e ti consiglio di non prendere per oro colato quello che scrivo io, continua a leggere e a formarti
confronta le informazioni e solo dopo che ti sarai fatto un’idea reale scegli con cura con chi proseguire per tenerti informato.
Utilizzare quindi delle cappe chimiche anche vi fossero installati dei carboni attivi per formaldeide senza poi realmente essere informato a 360° di molti ulteriori dettagli importanti
equivale a mettere a rischio la propria vita.
La vita è una e non va sprecata non credi?
5) UTILIZZO DI QUANTITATIVI DI FORMALDEIDE IN QUANTITA’ INDUSTRIALI SENZA ESIGENZE REALI
diciamo che nel punto precedente abbiamo già parlato dell’importanza di essere informati giusto?
bene quindi in un contesto di manipolazione con formaldeide ad esempio, sarebbe molto importante sapere che un’impiego massiccio di tale sostanza
senza una reale esigenza ,
non può non avere conseguenze non credi? ad esempio:
- ridurre la durata di vita dei filtri a carboni attivi per formaldeide
- rischio di fuoriuscita di vapori in caso in cui una cappa non funzioni benissimo
- costi dovuti agli sprechi eccessivi
- esposizione degli operatori e dell’ambiente senza motivo
insomma il consiglio è di utilizzare solo lo stretto necessario quantitativo di sostanza del quale realmente necessiti per le tue manipolazioni
e di farlo nel modo adeguato ovviamente, utilizzando quindi una cappa chimica con velocità adeguate di almeno 0,6 m/s
e indossando i Dispositivi di Protezione Individuale adeguati ma ne parleremo meglio nel prossimo punto.
6) UTILIZZO DI FORMALDEIDE SENZA L’USO DI DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE IDONEI
Questa tematica è molto scottante lo ammetto
non che le altre lo siano meno , però questo è veramente un tema delicato perchè purtroppo ancora oggi vedo ancora operatori di cappe manipolare sostanze chimiche di vario tipo come anche la formaldeide senza l’impiego dei dispositivi di protezione individuale adeguati.
Purtroppo la routine e gli anni di esperienza fanno notevolmente abbassare la guardia
e spesso è la causa principale dei problemi che si hanno.
Indossare :
- occhiali protettivi
- guanti protettivi idonei
- camici correttamente allacciati
- mascherine
- o altro
è un modo molto intelligente di iniziare una manipolazione sotto cappa chimica.
Capita più spesso di quello che si immagina di avere
- versamenti
- schizzi
- fuoriuscite di vapori
e che i lavoratori rimangano feriti durante il proprio lavoro.
Spesso mi si chiede quali siano i dispositivi di protezione individuale da utilizzare nelle varie circostanze e voglio dirti che non esiste uno standard ma leggi il prossimo punto dove cercherò di spiegarti meglio il tutto
7) UTILIZZO DI FORMALDEIDE SENZA AVER PRIMA FATTO UN’ATTENTA VALUTAZIONE DEI RISCHI
Eccoci nuovamente a toccare questo tema, il DVR o documento valutazione dei rischi…
E’ importantissimo ed utilissimo se e solo se
- è stato redatto da personale competente e qualificato
- è stato pennellato nello specifico per l’esigenza reale
- viene modificato seguendo i cambiamenti lavorativi e normativi
- viene preso in considerazione dagli operatori
chi deve redarre tale documento?
Bhè può essere redatto dall’ RSP incaricato dal datore di lavoro
ad ogni modo, se nessuno ha mai fatto un’attenta valutazione dei rischi puoi sempre pensarci tu.
Nascondersi dietro un dito non ti farà stare tranquillo
nè tantomeno dare le colpe all’ RSP che non lo ha redatto in modo adeguato o non lo proprio redatto.
Tu puoi informarti , anzi devi informarti e farti da solo la valutazione del rischio
documentarti il più possibile :
- sulle sostanze che stai manipolando
- sulla cappa che hai in dotazione (DPC)
- sui dispositivi di protezione individuale (DPI)
- su carboni che sono installati , se lo sono
- sulle emissioni all’esterno del laboratorio per la collettività
- sul reale quantitativo di sostanze di cui necessiti per le manipolazioni
- sui rischi che si corrono non seguendo determinate regole
insomma la palla passa a te.
Sempre che tu voglia tutelare te stesso a tutti i costi.
Puoi avere un valido supporto anche dalla tua assistenza tecnica di cappe chimiche , sempre che sia specializzata e informata su questioni di questo tipo
fai attentamente la tua scelta perchè potrà evitarti moltissimi problemi futuri.
a tal proposito , se ancora non lo hai fatto , ti consiglio di scaricarti la guida che ho realizzato direttamente inserendo una tua mail valida cosìda scaricartelo GRATIS in pochi secondi
che ti permetterà finalmente di scegliere consapevolmente e con degli strumenti comprovati
un’assistenza qualificata e valida per la manutenzione delle tue cappe da laboratorio.
Avere una propria assistenza al quale chiedere certe informazioni può farti risparmiare molto tempo e allo stesso tempo è sicuramente un ottimo modo
per iniziare una ricerca in modo intelligente.
Per ulteriori domande non esitare a contattarmi anche in privato,
ti sarei grato se decidessi di lasciare un commento al mio articolo.
Ciao a presto.
Alessio Pierini
15 Gennaio 2018 at 10:45
Caro Fabrizio, mi sono imbattuto per caso nel tuo sito formativo e informativo e sono davvero felice di aver trovato qualche delucidazione e qualche chiarimento in più. Io sono un medico veterinario e mi occupo di oncologia clinica, e in Italia la scarsa diffusione di personale infermieristico o tecnico vario mi espone personalmente a dover preparare e somministrare i farmaci antiblastici, senza naturalmente aver avuto un training certificato a tale scopo, ma lavorando sulla scia del passaparola di chi è più anziano di me, ma non per questo più qualificato. Leggendo i tuoi post non ho capito se la mole di lavoro fa la differenza nella scelta di una cappa, e ancora, se l’utilizzo di sistemi chiusi possa rendere la scelta della cappa meno “rigida”. Io utilizzo sistemi sicurezza Phaseal o TEVA oltre ai DPI, e vorrei acquistare una cappa a flusso laminare verticale ASALAIR modello 700/FLV per una mole di lavoro di 3-4 preparazioni di antiblastici a settimana. Ma nelle specifiche ho trovato “La cabina non deve essere utilizzata quando il materiale trattato può rappresentare un potenziale pericolo (materiali patogeni) per l’operatore e l’ambiente” che contraddice un po’ l’uso della stessa con i chemioterapici, che ne pensi?. Inoltre, è possibile manipolare anche la formaldeide con un carico di lavoro quotidiano di circa 30′-1h, con questa cappa? In alternativa hai dei suggerimenti riguardo quale cappa sia più adeguata alle mie esigenze come mole di lavoro e per il fatto di dover utilizzare in contemporanea formaldeide e antiblastici? Grazie in anticipo.
Fabrizio Cirillo "il Boss delle Cappe"
15 Gennaio 2018 at 16:16
Ciao Alessio
intanto ti ringrazio per il tuo commento nonché ottimo spunto di riflessione che potrebbe essere utile anche ad altri.
Volevo dirti che mi dispiace molto sapere che c’è questa scarsità di personale informato che ti espone a tali problematiche.
Per quanto riguarda le tue domande, cercherò di risponderti e se non ti sarà ancora comprensibile non esitare a scrivere nuovamente.
(DOMANDA: Leggendo i tuoi post non ho capito se la mole di lavoro fa la differenza nella scelta di una cappa )
RISPOSTA: Per come la vedo io e come intendo l’utilizzo di un DPC, non fa differenza se la cappa deve essere usata una sola volta a settimana o tutti i giorni o se si eseguono 2 o 10 lavorazioni soprattutto quando si parla di antiblastici e quindi di utilizzare cancerogeni quindi è sempre consigliabile acquistare una cappa e lavorare con un DPC idoneo anche solo per una lavorazione anche perché nel tempo le esigenze potrebbero cambiare
(DOMANDA: l’utilizzo di sistemi chiusi possa rendere la scelta della cappa meno “rigida”)
RISPOSTA: Cosa intendi per sistemi chiusi? ad ogni modo, la manipolazione di cancerogeni è una materia sensibile e quindi Secondo me no perché le cappe sono di protezione collettiva idonei nel momento in cui sono idonei per la lavorazione che si intende fare.
Mettiamo anche il caso che si adottassero dei sistemi chiusi come da te riportato, e tali sistemi per un motivo o per un altro non funzionassero correttamente oppure vi sono alcune fasi in cui ci possa essere un’esposizione per l’operatore allora la cappa posta a barriera di questa eventualità dovrebbe essere idonea altrimenti non avrebbe senso utilizzarla. A tal proposito invece, se per sistema chiuso intendi un sistema altrettanto efficace che non prevede il contatto diretto con l’operatore in alcuna fase del processo di preparazione ed impiego di cancerogeni ed è certificato ed utilizzabile allora la mia domanda è: Perché inserirlo dentro una cappa qualsiasi?
Se si decide di inserirlo ugualmente in una cappa, allora dovrà essere una cappa idonea a tale lavorazione con lo scopo principale di salvaguardare l’operatore tecnico e il prodotto/ambiente circostante
Cito una frase riportata su tale sistema PHASEAL del quale non sono esperto dove scrivono: BD PhaSeal – E’ un Sistema chiuso per la preparazione e la manipolazione di chemioterapici e farmaci pericolosi (CSTD), ermetico e stagno, che meccanicalmente impedisce la fuoriuscita di farmaci pericolosi e contaminanti nell’ambiente esterno, riducendo al minimo l’esposizione individuale e ambientale ai vapori contenenti farmaco, aerosol e sversamenti di liquido contaminante.
La frase che dice “RIDUCENDO AL MINIMO L’ESPOSIZIONE INDIVIDUALE E AMBIENTALE AI VAPORI CONTENENTI FARMACO, AEROSOL E SVERSAMENTI DI LIQUIDO CONTAMINANTE” mi mette in allerta.
Riducendo al minimo non significa il 100%, riduce del 90%? del 50%? bo chissa? Ma anche fosse dichiarato il 100%, fossi io a dover manipolare con un cancerogeno userei sia dei sistemi chiusi come da te citati, sia i DPI correttamente indicati da te (Mascherine FFP3 e se necessario carboni per eventuali vapori + guanti + camicie + sovraguanti + occhiali) e il tutto lavorando sotto cappa assolutamente.
(DOMANDA: vorrei acquistare una cappa a flusso laminare verticale ASALAIR modello 700/FLV per una mole di lavoro di 3-4 preparazioni di antiblastici a settimana. Ma nelle specifiche ho trovato “La cabina non deve essere utilizzata quando il materiale trattato può rappresentare un potenziale pericolo (materiali patogeni) per l’operatore e l’ambiente” che contraddice un po’ l’uso della stessa con i chemioterapici, che ne pensi?)
RISPOSTA: La cappa da te indicata NON è IDONEA all’utilizzo che hai intenzione di voler fare. Infatti come da te correttamente citato, lo stesso costruttore la sconsiglia per lavorazioni pericolose.
Ad ogni modo quando si deve lavorare con chemioterapici è OBBLIGATORIO utilizzare una cappa che risponda alle normative tedesche DIN 12980, precisamente una cappa di sicurezza biologica in classe II di tipo H con flusso laminare verticale sul piano di lavoro. La tipologia di cappa H intende che abbia una tripla filtrazione per proteggere sia l’operatore e l’ambiente ma anche gli eventuali tecnici che dovranno intervenire a manutenerla e quindi indirettamente te stesso. In realtà si tratta di una cappa biohazard con l’aggiunta di filtri hepa Cyto anche sotto il piano di lavoro che sono alti circa 30cm contro i normali hepa alti 7cm proprio perché devono trattenere eventuale polvere contaminata immediatamente prima che si diffonda nel vano motore e contamini gli altri filtri.
Ti consiglio di leggere l’articolo che parla di questo (Rischi quando si usa una cappa per antiblastici)
Quindi per concludere, ti consiglio di avviare la tua ricerca dopo esserti letto più possibile su tale argomento e sulla cappa che ti occorre perché delle volte alcuni venditori inesperti pur di venderti qualcosa rischiano di venderti la cappa non idonea a te.
Devo però prepararti sul prezzo che dovrai affrontare perché è un pò come se vai in un concessionario e chiedi di voler acquistare una macchina per scalare una montagna e anziché una JEEP 4X4 ti vendono un carretto tre ruote vecchio modello… forse ci arrivi sulla vetta ma quante volte hai rischiato la vita con la possibilità di cappottarti? il costo ovviamente tra una JEEP e un tre ruote presenta delle grosse differenze.
Allo stesso modo una cappetta a flusso laminare indicata da te che è in classe I e non è neanche classificata come DPC ma come semplice banco sterile indicato per piccolissime lavorazioni nell’ambito microbiologico per lavoro su piastre sterili dove è garantita la sola sicurezza del prodotto e non dell’operatore, non sarà paragonabile a una cappa di sicurezza biologica di tipo H completamente differente.
Ti consiglio di prenderne una larga almeno 120cm perché è la migliore in termini di prestazioni/costo/benefici/utilizzo
(DOMANDA: Inoltre, è possibile manipolare anche la formaldeide con un carico di lavoro quotidiano di circa 30′-1h, con questa cappa?)
RISPOSTA: Alessio mi dispiace deluderti ma non puoi avere una cappa di sicurezza biologica unitamente a una cappa chimica. A seconda della tipologia di cappa che scegli, delle volte è possibile installare anche un filtro a carboni attivi come ulteriore stadio di filtrazione perché brevemente ti ricordo che i filtri HEPA trattengono le particelle (polveri) mentre i filtria carboni attivi trattengono i vapori (solventi/acidi/formaldeide) ma attenzione perché non esiste un filtro a carboni attivi univoco ma a seconda della manipolazione avrai bisogno di un carbone attivo adeguato
Nel tuo caso un filtro a carboni per formaldeide
Ti dico di cercare però di non mischiare le due cose perché molti venditori ti piazzano un carbone in espulsione alla tua cappa ed è tutto ok io ti dico invece che un carbone attivo ha necessità di una velocità di attraversamento che non superi i 0,4/0,5 m/s altrimenti non riesce a trattenere le molecole nel modo adeguato e viene attraversato quindi divenendo inefficace per il tuo scopo. Inoltre non mi hai detto che quantitativi di formaldeide devi manipolare. Io ti sconsiglio di usare una cappa biologica al posto di una chimica. Ti consiglierei invece, se non puoi acquistare una cappa chimica vera e propria, di utilizzare i sistemi chiusi che ho visto in commercio recentemente dove l’operatore non entra in contatto con la formaldeide che viene introdotta solo dopo aver sigillato tale flacone. ho visto che la DIAPATH ha fatto una cosa del genere.
Ti ricordo inoltre che sia una cappa Biohazard di tipo H per preparati antiblastici che un’eventuale cappa chimica per formaldeide DEVONO CATEGORICAMENTE ESSERE COLLEGATE ALL’ESTERNO DELL’EDIFICIO e non possono essere poste a ricircolo nell’ambiente.
Con questo termino e spero di essere stato esauriente nella risposta, mi sono allungato un pochino ma credo che si deve fare chiarezza ed ho voluto dedicarti un po di tempo.
Buona giornata
Pingback: intervista in Radio a Fabrizio Cirillo sul libro Apocalisse Zombie delle cappe chimiche e biologiche