Scopri i rischi quando si usa una Cappa per Antiblastici per preparati chemioterapici
Utilizzi farmaci per preparazioni chemioterapiche sotto una cappa per antiblastici?
Ma sei sicuro che la tua sia proprio una cappa idonea di tipo H secondo le DIN12980?
e ancora più importante, sai usarla nel modo corretto senza rischiare di farti male?
Allora stai per avere informazioni importantissime per la tua salute e la sicurezza del tuo lavoro.
All’interno di questo articolo troverai informazioni circa le linee guida dell’ISPESL (Istituto Superiore per la Prevenzione e la sicurezza sul Lavoro)
relativa all’utilizzo della tipologia di cappa corretta secondo le Norme Tedesche DIN12980
nonché alle linee guida del MINISTERO DELLA SANITA’ DIPARTIMENTO DELLA PREVENZIONE, COMMISSIONE ONCOLOGICA NAZIONALE
Spesso si sottovaluta soprattutto il fatto che molti operatori non sanno proprio utilizzare la propria cappa.
Proprio come nella foto dell’articolo, un banale coltello può essere facilissimo da usare e svolgere la sua funzione al meglio ma se lo mettiamo nelle mani di un bambino che lo utilizza per la prima volta, probabilmente rischierà di tagliarsi impugnandolo nel modo sbagliato.
Ecco questa piccola metafora deve farti capire che anche la tua cappa per antiblastici, se non utilizzata in modo corretto può divenire un problema e causarti danni seri.
Se vuoi approfondire questa tematica e capirci qualcosa di più allora continua a leggere.
In giro su internet si trova già moltissimo materiale relativo ai preparati antiblastici , alla loro pericolosità per gli operatori che devono manipolare tali farmaci e così via.
Ma nessuno e ribadisco nessuno ha mai approfondito tale argomento così delicato mettendo sotto i riflettori la cappa per antiblastici .
Ho letto moltissimi documenti appunto su queste preparazioni, tanti professionisti hanno scritto montagne di documenti relativi a come usare tali farmaci, a come stoccarli, come smaltirli ma soltanto pochi hanno a malapena accennato ai dispositivi di protezione collettiva che servono per fare questi preparati.
Ma soprattutto nessuno e dico nessuno ha scritto qualche informazione veramente utile per tutti al fine di poter garantire la sicurezza degli operatori.
Qualcuno ha scritto semplicemente cose tipo: bisogna usare una cappa con filtri hepa.
Ma che significa veramente? Quale cappa con filtri hepa bisogna usare?
E poi ancora più importante, come deve essere usata correttamente una cappa per antiblastici?
Quindi ecco perché ho deciso di scrivere questo articolo, vorrei darti quelle informazioni essenziali che vanno a completare questi bellissimi e articolatissimi documenti che si trovano online.
Ho sempre saputo che i farmaci per antiblastici erano pericolosi per l’uomo ma approfondendo l’argomento ancora di più non capisco come fate a sottovalutarli in questo modo.
Leggendo tutte le problematiche che possono causare inalandoli o venendone semplicemente a contatto non capisco come si fa a non voler capire meglio come usare una cappa per antiblastici.
Infatti è ormai risaputo da tutti che gli operatori che utilizzano i farmaci antiblastici sono a rischio di:
- effetti farmacologici (vomito , vertigini, cefalea ecc)
- effetti allergici (dermatiti, orticaria , prurito ecc)
- effetti genotossici ( rischio di tumori )
- effetti sulla gravidanza ( rischio di aborti )
- effetti a lungo termine sull’organismo (rischio leucemia e altri rischi vari )
Ma facciamo un passo alla volta perché altrimenti diamo per scontato che tu stia usando la cappa corretta e magari non è così, quindi prima di tutto vorrei darti qualche dritta sulla tipologia di cappa corretta che devi usare quando utilizzi farmaci antiblastici.
Quindi la prima domanda da porsi è:
E’ OBBLIGATORIO L’UTILIZZO DI UNA CAPPA APPOSITA PER ANTIBLASTICI? DOVE E CHI DA QUESTE INDICAZIONI?
La risposta viene fornita inizialmente dal
MINISTERO DELLA SANITA’ DIPARTIMENTO DELLA PREVENZIONE
COMMISSIONE ONCOLOGICA NAZIONALE
in quanto nel suo documento intitolato:
LINEE GUIDA PER LA SICUREZZA E LA SALUTE DEI LAVORATORI ESPOSTI A CHEMIOTERAPICI ANTIBLASTICI IN AMBIENTE SANITARIO riportato integralmente sulla gazzetta ufficiale
(Eccoti il link diretto se vuoi leggerlo)
dove al punto 4.4.1 (Cappe) viene riportato testualmente:
La preparazione dei chemioterapici antiblastici deve essere eseguita sotto cappe posizionate lontano da fonti di calore e da eventuali correnti d’aria.
La cappa consigliata e’ quella a flusso laminare verticale di classe II, nella quale il flusso d’aria, diretto dall’atto verso il basso, stabilisce una barriera fra l’interno della cappa e l’operatore.
Questo tipo di cappa, integrata da appositi filtri ad alta efficienza, deve essere dotata di sistemi di espulsione all’esterno dell’aria filtrata, anche per garantire il mantenimento di un piano di lavoro asettico e una protezione sicura per il personale.
Sono da evitare le cappe a flusso laminare orizzontale, che garantiscono l’asetticita’, ma non la protezione dell’operatore.
E’ opportuno procedere ad un controllo periodico del corretto funzionamento delle cappe a flusso laminare .
Nei tempi di attuazione delle presenti linee guida, in via transitoria, puo’ essere utilizzata laddove gia’ esistente, una cappa chimica, anche se va tenuto presente che, a differenza della cappa a flusso laminare, non garantisce la necessaria sterilita’ dei preparati.
La cappa chimica dovra’ essere dotata di un ripiano a bordi rialzati, in modo da impedire eventuali versamenti verso l’esterno, dovra’ avere uno scarico esterno dell’aria ed essere dotata di filtro a carbone attivoe prefiltro meccanico da sostituire, generalmente, dopo 1000 ore di attivita’.
Le linee guida in questione del Ministero non tracciano con precisione una rotta da seguire e sono un po superficiali.
Citano correttamente il fatto che debba essere utilizzata una cappa a flusso laminare in classe II ma poi si perdono un po sui dettagli e non spiegano nello specifico quali cappe adottare per antiblastici
Ecco che una persona poco preparata ed informata, potrebbe travisare tali informazioni e acquistare o utilizzare una cappa non propriamente idonea
In questo caso citano anche il fatto di poter lavorare momentaneamente con una cappa chimica nel tempo strettamente necessario ad organizzarsi per l’acquisto di una cappa per antiblastici
Invece citano una cosa interessanti queste linee guida che è difficile trovare da altre parti ed è il punto seguente:
4.1.5 Manutenzione delle cappe
L’esposizione professionale puo’ verificarsi durante la pulizia delle cappe e la rimozione dei filtri.
Riportano una grandissima verità in quanto le strutture nelle loro analisi dei rischi interne devono inserire come pericolose anche le attività di manutenzione sulle cappe per antiblastici
Soprattutto quando si parla di rimozione dei filtri HEPA per sostituzione, in quanto è la fase più delicata a cui viene sottoposta la cappa poiché tutte le polveri cancerogene intrappolate negli anni rischiano di essere disperse nell’ambiente
Infatti è opportuno affidarsi sempre a un’azienda di assistenza tecnica qualifica che sappia cosa sta facendo e abbia tecnici preparati su tale problematica
Se non ne conosci neanche una ti consiglio di vedere la www.technocappe.it azienda certificata proprio sulle cappe chimiche e biohzard
Entra in gioco l’ISPESL con le sue linee guida per preparazione di antiblastici dal titolo:
LE INDICAZIONI PER LA TUTELA DELL’OPERATORE SANITARIO PER IL RISCHIO DI ESPOSIZIONE AD ANTIBLASTICI
Viene fatta chiarezza e finalmente si scende più nel dettaglio in quanto riportano specificatamente quale tipologia di cappa a flusso laminare in classe II debba essere impiegata per tali manipolazioni e preparazioni di antiblastici
Nello specifico del loro documento e precisamente a pag 7 con il titolo (Interventi di prevenzione-protezione di tipo collettivo) riportano quanto segue:
-La preparazione di farmaci antiblastici deve essere effettuata in un ambiente, denominato UFA (Unità Farmaci Antiblastici), possibilmente centralizzato, appositamente dedicato ed in depressione.
L’accesso a tale ambiente, consentito solo al personale autorizzato, avviene mediante “zona Filtro”.
L’UFA è dotato di un sistema di ventilazione in aria dei predetti composti., i.e. almeno 6 ricambi di aria primaria ogni ora;-L’operatore deve eseguire la suddetta preparazione sotto cappa a flusso laminare verticale, la quale, nell’ambito della U.E., deve essere realizzata ed installata in conformità alla norma tecnica DIN12980 (vedi copia della certificazione rilasciata dal produttore), così da consentire un’appropriata tutela del personale.
La cappa a flusso laminare verticale richiede una manutenzione-verifica dell’efficienza, in rispondenza di quanto previsto dalla stessa norma (negli Stati Uniti è utilizzata la norma NSF Standard 49 dell’Organismo Federale di certificazione – National Sanitation Foundation, che utilizza requisiti tecnici pressoché identici)-in caso di impossibilità materiale e documentata da parte della struttura a realizzare un UFA, o nel caso di tempi lunghi per renderla disponibile (esmpio > 9-10 mesi), in sostituzione della cappa a flusso laminare e quale possibile sistema di sicurezza alternativo, si può impiegare un’apparecchiatura denominata isolatore. Questa apparecchiatura è caratterizzata da specifici requisiti di tutela per l’operatore e per l’ambiente di lavoro.
Al riguardo si evidenzia che è attualmente disponibile una nuova categoria di isolatori, di ultima generazione, idonei per questo campo di applicazione; essi si differenziano dagli isolatori tradizionali e , essendo meno ingombranti e complessi, non richiedono la canalizzazione all’esterno dell’aria espulsa (salvo nel caso di utilizzo di farmaci con principi attivi volatili).
Inoltre gli isolatori più recenti sono di facile impiego e presentano rilevanti caratteristiche di ergonomicità, che agevolano notevolmente il lavoro.
E’ necessario verificare che gli isolatori siano certificati a garanzia dell’idoneità del “sistema chiuso” e/o che, un organismo nazionale competente in materia, qualifichi l’apparecchiatura come misura di sicurezza per tale impiego ai sensi della vigente legislazione, i.e. D.lgs 81/2008 – D.lgs 106/2009 e s.m.i. (si consideri, tra l’altro, che l’art. 235, comma 2 di tale normativa indica l’adozione di sistemi chiusi per la protezione dei lavoratori addetti alla manipolazione di sostanze chimiche cancerogene o mutagene)
Questo è un estrapolato del documento ufficiale che puoi trovare sul sito ufficiale dell’INAIL a questo link:
ISPESL- Indicazioni per la tutela dell’operatore sanitario per il rischio di esposizione ad antiblastici
Come hai letto la ISPESL cita correttamente la cappa più idonea alla preparazione degli antiblastici indicandola come una cappa a flusso laminare di classe II che sia però costruita secondo le norme tecniche Tedesche DIN12980
Questo perché le cappe per antiblastici in genere identificate con la parola CYTO e poi il nome della cappa, hanno come caratteristica principale e comune quella di avere un’ulteriore stadio di filtrazione sotto il pianale, più avanti te ne parlerò nel dettaglio tranquillo
Adesso che abbiamo chiarito il punto iniziale in cui vengono date chiare indicazioni su quali cappe utilizzare, vorrei farti capire meglio come identificare una cappa corretta e rispondere ad altri dubbi che spesso mi vengono posti sotto forma di domande quali:
HO UNA CAPPA PER ANTIBLASTICI?
[embedyt] https://www.youtube.com/watch?v=bUzPSGlyy4c&width=665&height=374[/embedyt]
Una cappa per antiblastici è un dispositivo di protezione collettiva Biohazard di classe II tipo H
E’una cappa a flusso laminare verticale che utilizza filtri HEPA in genere H14 di altissima efficienza , un filtor hepa chiamato principale è montato proprio sopra la zona di lavoro ed è anche visibile a vista nella maggior parte dei casi , di colore bianco ed ha lo scopo di rendere sterile la zona di lavoro in quanto il flusso d’aria in uscita dal filtro hepa dall’alto verso il basso è privo di particelle.
Questo flusso d’aria verso il basso fa prendere la denominazione di cappa a flusso laminare verticale.
Giusto per notizia , esistono anche cappe a flusso laminare orizzontale quindi, sempre con un filtro hepa ma come avrai capito l’aria in uscita dal filtro viene sparata direttamente in faccia all’operatore e quindi assolutamente queste cappe non vanno bene per preparazioni pericolose come queste.
Ma torniamo alla nostra cappa per antiblastici
Oltre al filtro hepa principale, c’è anche un filtro hepa più piccolo montato prima dell’espulsione dell’aria fuori dalla cappa per avere una garanzia quindi anche sull’eventuale aria in ambiente che in questo modo viene filtrata.
devi sapere che i filtri Hepa H14 sono veramente incredibili dal punto di vista di efficienza , giusto per darti un’idea, devi credermi quando ti dico che se viene eseguita una verifica contaparticellare dell’aria esterna alla cappa per antiblastici
troveremo miliardi di particelle , un pò meno se ci troviamo all’interno di una stanza con filtrazione a soffitto ma comunque avremo molte particelle di polvere nell’aria.
Invece sotto la cappa nella tua zona di lavoro in uscita dal filtro hepa avrai ZERO particelle di pulviscolo.
Quindi STERILITA’ ASSOLUTA.
Infatti si chiamano proprio FILTRI ASSOLUTI.
Ma veniamo al punto più importante di tutti…
Avrai notato che ho indicato una lettera vicino alla descrizione? cosa significa quella lettera H?
Bene lo stai per scoprire subito ed è la caratteristica che contraddistingue una cappa per antiblastici da una cappa biohazard di uso comune.
Infatti la cappa per antiblastici Biohazard Classe II tipo H secondo le norme tecniche Tedesche DIN12980 indicate da linee guida ISPESL
E’ importantissima perché subito sotto il pianale di lavoro dove vengono utilizzati i farmaci antiblastici
è montato un filtro HEPA chiamato in genere CYTO di dmensioni molto più grandi di quelli standard montati sopra la zona di lavoro.
Per farti capire la differenza, quello principale è alto circa 7 cm mentre il filtro hepa cyto è alto circa 30 cm.
Ora ti spiego anche perché questo filtro è di fondamentale importanza e rende tale cappa l’unica utilizzabile quando si preparano dei chemioterapici.
Infatti il filtro subito sotto il pianale ha il compito importantissimo di trattenere il 100% del contaminante chimico potenziale che viene aspirato dalla cappa, essendo installato a monte di tutto il sistema di aspirazione sotto la tua cappa per antiblastici, è la primissima barriera di protezione in quanto filtra tutta l’aria che passa al suo interno.
Questo piccolo dettaglio è CRUCIALE in quanto fa si che il vano motore e gli altri due filtri HEPA non vengano contaminati chimicamente.
Ti ricordo che non è possibile decontaminare una cappa o una superficie che è stata contaminata chimicamente.
Infatti spesso prima di una sostituzione di filtri Hepa avrai sentito parlare o avrai letto una voce sull’offerta della tua assistenza tecnica di questo tipo:
Decontaminazione dei filtri Hepa prima della sostituzione
ti è capitato vero?
Bene , devi sapere che qeusto genere di decontaminazione può funzionare ed è efficace solo e soltanto dal punto di vista biologico e non assolutamente chimico.
Ribadisco, non è possibile in alcun modo conosciuto dall’uomo e convenzionale decontaminare una cappa o filtri da una contaminazione chimica.
Ameno che non la porti a incenerire probabilmente. ( non stò scherzando )
Vabbè, magari adesso potresti anche dire, ma a me che lavoro sotto cappa che me ne frega se c’è un filtro anche sotto il pianale o meno tanto ci sono comunque altri 2 filtri che mi tutelano quindi stò apposto.
Potresti fare come fanno molti che se ne fregano altamente che poi magari un tecnico disgraziato che magari non ne capisce molto vada ad aprire la cappa per un semplice guasto elettrico e si possa contaminare.
Quello che pochi sanno in realtà è che il filtro hepa cyto sotto il pianale è una vera e propria garanzia anche per gli operatori che usano la cappa per antiblastici per le loro lavorazioni giornaliere.
Ti ricordi quando all’inizio ti ho citato le linee guida del Ministero della Sanità che riportavano:
4.1.5 Manutenzione delle cappe
L’esposizione professionale puo’ verificarsi durante la pulizia delle cappe e la rimozione dei filtri.
Ecco, il punto è proprio questo
Iinfatti l’assistenza tecnica qualificata e formata adeguatamente sa che è molto pericoloso sostituire i filtri su queste cappe perché tutto il contaminante chimico in dosi anche massicce ovviamente è contenuto proprio nei filtri che erano posti li proprio per trattenerli.
Quindi faranno moltissima attenzione a utilizzare i dispositivi di protezione individuale adeguati.
Non si permetterebbero mai di aprire una cappa senza avere una tuta di massima protezione, una mascherina facciale di massima protezione, occhiali , guanti idoneii ecc
Allora adesso ti dico anche che se i tecnici si bardano così per fare una sostituzione di filtri sicuramente saranno più sicuri di te che in realtà non indossi solo quelli base perché hai la cappa che ti protegge (quando funziona e se la sai usare bene ovviamente)
Questo per dirti che se non c’è un filtro HEPA CYTO sotto il pianale che è molto più facile ed accessibile ai tecnici in fase di sostituzione che trattiene il 100% del contaminante allora tu stesso sarai a rischio durante e dopo la sostituzione dei soli filtri hepa.
Mi spiego meglio perché capisco che può sembrare complicato, devi sapere che il filtro hepa cyto sotto il pianale viene immediatamente imbustato in sacchi idonei e quindi è molto più difficile che il contaminante vada in giro essendo appunto accessibile direttamente sul fronte semplicemente con un pannello metallico e qualche vite.
Invece se non è presente tale filtro come ti dicevo, i tecnici quando andranno a sostituire i 2 filtri hepa , inevitabilmente avranno qualche difficoltà maggiore nell’estrazione e anche nel chiuderli nei sacchi idonei , avranno comunque già tutte le superfici contaminate interne e il rischio di portare tale contaminazione anche su altre superfici è altissimo.
Il rischio di sbattere leggermente un filtro e produrre un sollevamento e fluttuazione nell’aria di pulviscolo contaminato è altissimo.
Questo pulviscolo può essere trasportato dall’aria e tu o altri anche molto distanti sarete a rischio di inalazione con tutte le conseguenze sopra descritte.
Inizi a capire un pochino meglio la mia preoccupazione quando vedo che si preparano chemioterapici sotto una cappa che in realtà non è una cappa per antiblastici di tipo H secondo le DIN12980?
Dovresti aver capito che non è una preoccupazione esagerata per i miei tecnici quanto invece per gli stessi operatori che ci dovranno poi vivere tutti i giorni
Voglio quindi darti qualche dritta in più che va anche contro i miei interessi diretti in qualità di assistenza tecnica ma la sicurezza delle persone è per noi prioritaria.
I miei consigli se devi fare preparazioni di chemioterapici sono le seguenti:
- indossare sempre i dispositivi di protezione individuale idoneii
- utilizzare una cappa per antiblastici ( con le caratteristiche indicate poco fa )
- avere una cappa per antiblastici all’interno di una stanza con filtrazione di aria con HEPA
- canalizzare la cappa per antiblastici all’esterno dell’edificio (ove possibile)
- posizionare la cappa per antiblasitci lontana da fonti di disturbo con flussi d’aria elevati
- far svolgere l’attività di manutenzione e sostituzione filtro solo a personale altamente qualificato
- evitare di cambiare i filtri hepa troppo spesso perché non serve, è uno spreco di soldi e pericoloso
- in ultimo , utilizzare la cappa per antiblastici nel modo corretto (non sottovalutare questo aspetto)
AIUTOOOOOO, MI SONO ACCORTO DI NON AVERE LA CAPPA CORRETTA, COSA POSSO FARE?
Se se non hai una cappa per antiblastici tipo H ma hai una cappa a flusso laminare in classe II, per intenderci una cappa di sicurezza biologica (BIOHAZARD), non sarai a rischio durante le tue lavorazioni tranquillo
ma ti sconsiglio di eseguire la sostituzione dei filtri HEPA se non assolutamente e strettamente necessario, ma soprattutto e categoricamente cerca di affidarti solo a tecnici sensibili ed esperti in tale settore
Se ancora non hai un’assistenza tecnica valida o non ritieni che quella attuale possa soddisfare tali caratteristiche perchè poco preparata, puoi scaricarti la mia guida e trovarne una con i giusti requisiti direttamente nell’area Download che trovi nel menu nella sezione “INFO TOP SECRET”
POSSO FARMI CERTIFICARE LA MIA CAPPA SECONDO LE DIN 12980?
Assolutamente non puoi far certificare da nessuno una cappa secondo le DIN12980 se non è stata costruita in tal senso dal costruttore stesso seguendo le varie caratteristiche richieste
Purtroppo una cappa che nasce in un modo non puoi alterarla per farla divenire in un altro modo
come si dice: quando una cosa è nata tonda non può morire quadrata!
Spesso mi è capitato di sentire di modifiche proposte da assistenze tecniche, io te lo sconsiglio vivamente e ti ricordo che qualsiasi modifica strutturale della tua cappa fa decadere immediatamente tutte le certificazioni ricevute dal costruttore
In fondo è anche giusto così perché altrimenti chiunque si metterebbe ad alterare le cappe chimiche facendole assomigliare a cappe biologiche e cose del genere
Questa che sembra una follia in realtà non lo è e capita molto più spesso di quanto si creda ma è severamente sconsigliato
Poi fate voi! io mi limito a consigliarvi ovviamente.
ATTENZIONE
per usare una cappa di tipo H per antiblastici l’ambiente deve essere in depressione così da evitare eventuali fuoriuscite all’esterno
come ad esempio le UFA ( Unità Farmaci Antiblastici )
se l’ambiente non è in depressione potrebbe essere consigliabile l’utilizzo di un CACI
un’isolatore con guanti che è totalmente isolato e isola quindi l’interno con l’esterno!
Spero di averti trasmesso le informazioni nel modo più semplice possibile
ma adesso vorrei soffermarmi ancora un pochino su un altro aspetto che secondo me è quello PIU’ IMPORTANTE DI TUTTI.
Il corretto utilizzo di una cappa per antiblastici secondo le DIN12980!
Infatti per quanto la cappa sia stata pagata molto e sia anche quella idonea di tipo H per manipolare i farmaci antiblastici, per quanto tu possa stare dentro una stanza filtrata con hepa sul soffitto e una cappa ben disposta all’interno di esso.
NON SEI AL SICURO credimi.
Devi difenderti dal nemico più nascosto e pericoloso che ci sia…
Dovrai combattere contro un problema che spesso può essere insormontabile per alcuni…
QUEL PROBLEMA SEI TU!
Non voglio offendere nessuno , devi solo credermi quando ti dico che sono motissimi anni che osserviamo gli operatori che usano le cappe, interveniamo in caso di problemi e via dicendo
e ti posso garantire che nell’80% dei casi siete voi stessi operatori che vi create da soli dei problemi autocontaminandovi e facendovi del male da soli impiegando male la cappa .
Ovviamente non è volontaria questa cosa, purtroppo spesso siete inconsapevoli di quanto accade e il mio compito oggi è proprio questo.
Spiegarti perché sei la maggiore causa dei tuoi problemi ma soprattutto come puoi risolverli.
Ti interessa?
Spero di si, anche perché a me non me ne viene nulla in tasca , stò facendo tutto questo solo ed esclusivamente per cercare di portare un pò di informazione ed aiutarti.
Quindi leggi attentamente le prossime righe perché potrebbero salvarti la vita.
Infatti sono sicuro che tu sei un’operatore esperto e lungi da me insegnarti come fare un preparato chemioterapico
MA SEI UN’OPERATORE ESPERTO NEL TUO MESTIERE
Spesso ci si confonde con essere anche esperto nel saper utilizzare una cappa per antiblasitci che è cosa ben differente non trovi?
Probabilmente vieni da una scuola di utilizzo come autodidatta o magari all’inizio della tua carriera qualche anima pia ti ha spiegato come usare una cappa al meglio vero?
Sei sicuro che quella persona che ha insegnato a te ad utilizzare correttamente una cappa sia stata formata adeguatamente a tale compito?
Metteresti la mano sul fuoco e affideresti la tua vita nelle mani della sorte?
Io sinceramente no e quindi dico che è meglio fare un pò di chiarezza.
Infatti ti posso assicurare che quasi tutti gli utilizzatori di cappe sono messi male, questo perché principalmente non esiste materiale informativo , non esistono libri sul corretto utilizzo di una cappa , non esiste documentazione ben fatta che aiuti gli operatori a preservare la loro sicurezza.
Quindi qualche dubbio sul fatto che hai imparato da qualcuno che ha insegnato a te che forse ha imparato da altri che a loro volta sono stati informati da chissà chi non ti rende un pò nervoso?
Ecco che entro in gioco io quindi che ho avuto le tue stesse difficoltà quando all’inizio della mia carriera volevo capirci qualcosa di più sulle cappe e non ho trovato proprio nulla.
So cosa si prova a dover prendere per buono quello che uno dice e non avere la possibilità di essere certo che sia così.
Infatti a distanza di molti anni, mi sono reso conto che in realtà moltissime cose che mi avevano raccontato “i famosi esperti” erano tutte cavolate.
Infatti avevo confuso queste persone che lavoravano da moltissimi anni nel settore cappe con i veri esperti, purtroppo l’anzianità di servizio non conta un granché lasciatelo dire.
Ovviamente se un’operatore lavora per 30 anni e si è anche dedicato in parallelo a capire perfettamente ogni fase della sua lavorazione compreso ( l’utilizzo di una cappa per antiblastici ) come in questo caso allora tanto di cappello.
Ma sarà una mosca bianca.
Dopo questa breve introduzione quindi ti ribadisco che devi fare molta attenzione al corretto utilizzo della tua cappa per antiblastici o cappa biohazard in generale se anche non prepari chemioterapici.
All’interno di questo portale troverai moltissime informazioni su come utilizzare al meglio una cappa quindi ti consiglio di leggerli e approfondire,
giusto per farti capire di cosa stò parlando, vediamo se ti ritrovi in alcuni di questi errori che la maggioranza degli operatori di cappe commettono quando eseguono le loro lavorazioni:
- riempire la zona di lavoro con materiali vari
- muovere le braccia verso se stessi anziché orizzontalmente e lentamente
- utilizzare dei panni o pezzi di carta sulle griglie frontali di aspirazione
- utilizzare il cestino per lo smaltimento rifiuti fuori dalla cappa
- lavorare troppo vicino al bordo di ingresso dell’aria
- non pulire mai il sotto pianale di lavoro
- non far eseguire almeno un controllo annuo da un’azienda tecnica specializzata
- affidarsi alla manutenzione interna per le manutenzioni ( magari dei condizionatori )
- posizionare la cappa in punti non idonei con flussi che possono disturbare la protezione
- accendere un condizionatore con un flusso diretto sul fronte cappa
- sparare un condizionatore direttamente sui sensori sopra la cappa (ove presenti)
- lavorare con la fretta e quindi rischiare id commettere errori
- far aspirare garze, pipette o altro al motore della cappa (con rischio rottura)
- lavorare in troppe persone davanti a cappe idonee per meno
- lavorare con la cappa subito dopo averla accesa senza attendere almeno 15/20 minuti
- lavorare con i neon uv germicida accesi nella cappa (le cappe più vecchie lo permettono ancora)
- utilizzare il becco bunzen sotto cappa
- utilizzare una cappa biologica con sostanze che generano vapori chimici
- passare con le braccia sopra la zona di lavoro durante le lavorazioni compromettendo la sterilità
- introdurre il proprio cellulare o altro nella cappa (credimi l’ho visto fare)
- lavorare in prossimità di porte e finestre aperte che possono creare turbolenze varie dei flussi
- lavorare con passaggio di operatori dietro la schiena che possono generare velocità di oltre 0,2 m/s
e potrei continuare, se anche tu commetti uno o più di questi errori ti consiglio di evitarli ma soprattutto di approfondire leggendo molti altri articoli che parlano proprio di questo molto più nel dettaglio.
Ci sono persone che mi accusano che i miei articoli mettono paura alla gente e io rispondo:
Lo so che i miei articli possono far paura,
ma io avrei più paura di un qualcosa che mi stà uccidendo senza saperlo piuttosto che di qualcosa che potrebbe uccidermi e avere le informazioni necessarie per prevenirlo.
Adesso anche tu hai molte informazioni che possono aiutarti nel tuo lavoro e qualificarti sempre di più come esperto ovviamente.
Credo molto nella formazione continua e nel detto , chi non si forma si ferma.
Ovviamente anche questa è formazione oltre che informazione.
Spero di essere riuscito ad aiutarti nel capire che si può fare molto se si conoscono i limiti delle macchine e i propri limiti , se hai trovato questo articolo interessante allora condividilo con i tuoi colleghi così anche loro avranno la possibilità di tutelarsi.
ciao a presto
e buona lettura