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Cappe Biologiche (VLF)

Routine lavorative errate rischiano l’aumento della contaminazione crociata

L'URL corto del presente articolo è: https://www.chizard.it/tjsm

Ti capita di usare più e più volte una bottiglietta di plastica per la tua acqua? sapevi che il rischio di contaminazione crociata batterica è altissimo?

In questo articolo scoprirai un qualcosa che forse non sapevi sulle bottigliette di acqua di uso comune o magari si,

quello che sono sicuro invece che non sai bene è il rischio di contaminazione crociata che puoi avere nella tua cappa biologica o biohazard.

Quindi continua a leggere e potrai avere delle risposte interessanti ed utili consigli per l’utilizzo in sicurezza della tua cappa da laboratorio nella tua routine giornaliera.

 

Intanto per cominciare vorrei raccontarti cosa mi è accaduto,

poco tempo fa mi sono imbattuto in un articolo che parlava di riciclaggio di plastica ,

in sintesi diceva che in commercio esistono moltissime tipologie di plastica e che l’una non può essere riciclata con l’altra perché di diversa composizione.

Scopro quindi che per ovviare a questo problema hanno inserito delle sigle direttamente sulle confezioni di plastica il più delle volte nella parte inferiore di esse,

poiché in genere nelle nostre case mischiamo la plastica e quindi possono così facilmente dividerle e poi smaltirle o riciclarle.

Nel fare qualche ricerca, scopro però che tali plastiche usate generalmente per il confezionamento anche di cibi e bevande , possono essere la causa di rischi di contaminazione batterica e possono anche rilasciare sostanze tossiche.

Infatti non so se lo sapevi ma il simbolo più usato ad esempio per l’acqua è

il PET (1)  abbreviativo di polietilene tereftalato 

il suo uso commerciale è il più diffuso perché leggero e flessibile degli altri.

Più che altro mi sono soffermato su moltissimi documenti che indicano tale materiale come puro usa e getta e da non riutilizzare assolutamente in quanto appunto può rilasciare delle sostanze tossiche nel liquido che andremo a bere che interferiscono con il sistema endocrino.

Se cerchi su internet troverai moltissime informazioni su queste bottiglie e sulla loro composizione che non starò qui a riportarti perché sinceramente non ha senso fare il copia ed incolla come fanno molti

cercavo solo di attirare la tua attenzione e perché no, passarti un’informazione utile per te e la tua famiglia.

Io stesso a casa dopo aver letto svariati articoli a riguardo mi sono andato a guardare i simboli sotto le bottigliette sparse per casa e ho scoperto purtroppo che ovviamente erano tutte con il simbolo PET 1

purtroppo queste bottiglie giravano per casa perché le usavano e riutilizzavano i miei figli , son quelle cose che passano inosservate ma che possono essere dannose se non si fa un pò di attenzione.

Inoltre mi sono anche imbattuto in una rivista “LE SCIENZE” che aveva pubblicato nel 2010 un’indagine sulle analisi fatte alle acque Italiane che arrivano sulle nostre tavole

I dati che sono emersi non sono stati piacevoli ed è risultato anche che vi fosse presenza di ARSENICO, un cancerogeno che provoca il tumore

Puoi trovare la pubblicazione ufficiale della rivista dal titolo:  Non solo arsenico. Lo stato delle acque italiane  a questo link: http://www.lescienze.it/news/2010/11/26/news/non_solo_arsenico_lo_stato_delle_acque_italiane-553892/

Di seguito una interessante tabella per le Concentrazioni limite per acque minerali e acque destinate al consumo umano

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

E qui ti inserisco i file PDF con l’elenco completo delle acque e le analisi riscontrate sia delle bottiglie confezionate che di quella da rubinetto

PDF delle Analisi_Acque_Minerali

PDF delle Analisi_Acque_Rubinetto

 

Spero di averti dato un’informazione utile e se già lo sapevi meglio così , una persona in meno che si avvelenava gratuitamente e con le proprie mani.

Ad ogni modo, la mia attenzione sul rischio di contaminazione batterica era lecito in quanto mi capita spessissimo di trovare operatori di cappe da laboratorio che utilizzano bottigliette di acqua in prossimità della cappa stessa.

Questo è sconsigliatissimo in quanto sia cibi che bevande dovrebbero essere ben lontani dal luogo di lavoro , soprattutto all’interno di un laboratorio che magari manipola sostanze chimiche o peggio sostanze biologiche e biohazard.

Spesso si parla di contaminazione crociata sotto cappa biohazard , una contaminazione appunto che presenta cause di diverso tipo e fonti diverse di provenienza.

Il più delle volte tale contaminazione crociata deriva proprio dalla noncuranza degli operatori che sono un pò blandi sotto certi aspetti e contaminano loro stessi il proprio lavoro.

Purtroppo quello che non si vede nell’immediatezza è difficile da riuscire a contrastare e passa inosservato come le bottiglie che giravano per casa mia.

Avvolte siamo tutti talmente concentrati sul nostro lavoro e su quello che dobbiamo fare che ci perdiamo passaggi importanti e dettagli che potrebbero fare la differenza.

Ormai lavoriamo con uno stress continuo sul posto di lavoro che causa molti rischi e spesso vittime.

Nel caso delle cappe da laboratorio, mi sono reso conto che gli operatori non pensano assolutamente al rischio di contaminazione crociata perché fanno cose che non farebbero altrimenti.

Ad esempio giusto per citarne qualcuna:

  1. Telefono Cellulare
  2. Secchio materiale di scarto
  3. L’assistenza tecnica degli incubatori da laboratorio
  4. L’assistenza tecnica delle cappe da laboratorio

1 ) il telefono cellulare,

rischia di essere fonte di contaminazione crociata poiché dopo averlo usato viene appoggiato sul piano della cappa, il telefono è una delle fonti di contaminazione batterica più alta in assoluto , è praticamente il ricettacolo preferito dai batteri perché viene messo vicino alla bocca praticamente sempre diventando così una specie di sputacchiera ambulante.

avvolte prestiamo anche il nostro telefono ad altre persone, lo appoggiamo nei posti più disparati e avendo la torcia lo usiamo anche per illuminare posti bui e sporchi di ogni tipo.

Se ci pensi non ti fa un pò schifo? Immagina quindi che il tuo telefono poi è una delle potenziali cause che porta alla perdita del tuo lavoro in quanto va a contaminare non solo il piano cappa ma potrebbe contaminare il risultato stesso del tuo lavoro.

 

2) Secchio per il materiale di scarto,

rischia di essere fonte di contaminazione crociata dovuta  agli scarti generati sotto cappa contaminati biologicamente, infatti  la prassi in uso che ho visto adottare è quella di portare fuori cappa il materiale contaminato e buttarlo in un secchio adiacente alla cappa fino al termine del lavoro dove poi viene chiuso (nella migliore delle ipotesi)

Questo mette a rischio non solo l’operatore ma tutto l’ambiente circostante perché non ci può essere protezione avendo il secchio esterno alla cappa.

Quindi in questo caso il consiglio è quello di lavorare avendo già un secchio dentro la cappa sul lato destro ad esempio, lavorare sempre al centro della cappa che è la zona pulita dal flusso laminare e gli scarti buttarli nel secchio a destra che verrà sempre isolato dal flusso d’aria generato dal filtro HEPA.

sulla sinistra invece della cappa si può usare lo spazio per tenere il materiale sterile che servirà impiegare durante le lavorazioni.

al termine del lavoro poi potete chiudere il secchietto e uscirlo dalla cappa così da evitare potenziali contaminazioni esterne di cose e superfici.

Ecco che con una piccola modifica alla routine giornaliera potrebbe abbattere di molto il rischio di contaminazioni crociate.

 

3 ) L’assistenza tecnica degli incubatori di laboratorio

spesso una delle maggiori fonti di contaminazone crociata , infatti questo aspetto viene il più delle volte sottovalutato praticamente da tutti,

in genere quando si rompe un incubatore si chiama l’assistenza tecnica ovviamente, oppure se deve essere fatta una manutenzione idem e magari interviene un’assistenza molto brava che in poco tempo mi ripristina il tutto , che mi fa tutte le verifiche come si deve ecc ecc

Ma caro operatore ti invito a esaminare un altro aspetto fondamentale, i tecnici che intervengono molto probabilmente sono puri tecnici e spesso non vengono formati ne vengono sensibilizzati dal punto di vista della sicurezza o meglio dei rischi chimici e biologici.

Ti posso assicurare che questi aspetti non sono scontatissimi e che ancora oggi si fa molta fatica a condividerli e farli capire e invece proprio i tecnici con i loro bei cacciaviti sono il veicolo di trasporto dei batteri e virus di altri laboratori che inevitabilmente verranno a far visita anche nel tuo.

Ormai per noi è una prassi obbligatoria il quando ci segnalano problemi di contaminazione crociata dentro una cappa che non riescono a debellare, intervenire prima di tutto sugli incubatori che riscontriamo “sempre” non essere sterili.

Credimi, eseguiamo sempre campionamento biologico a mezzo di tamponi per accertarci di questo e ormai è scontato il risultato.

Ci siamo quindi domandati il perché , e ti ho già risposto sopra, la maggior parte degli incubatori sono la principale fonte dei tuoi problemi ma la causa di tutto ciò potrebbe venire proprio dalla tua assistenza tecnica.

Quindi adesso ti starai chiedendo, cosa posso fare?

Semplice, accertati che oltre ad essere bravi tecnici siano anche sensibili su tali materie, assicurati che utilizzino sempre dei camici di lavoro usa e getta sterili , assicurati che disinfettino gli attrezzi prima del lavoro o al termine o comunque chiedi se sanno di cosa stai parlando.

Purtroppo sono convinto che non avrai delle risposte rassicuranti e probabilmente loro stessi si mettono a rischio tutti i giorni ignari di quello che fanno e contaminano poi le loro famiglie quando tornano a casa.

E’ un qualcosa che dovrebbe partire dal datore di lavoro che se avvolte coincide con il tecnico che interviene allora penserà solo al risparmio ma così facendo ti metterà in difficoltà.

Ma non demordere, io dico sempre che la cosa più sbagliata che si può fare è rimandare a qualcuno la soluzione dei propri problemi quindi per risolvere il rischio di contaminazione crociata ti consiglio

di munirti di un buon disinfettante, io dò ai miei clienti l’ umonium38 perché è fenomenale da tutti i punti di vista

in quanto non corrode o attacca le superfici, è atossico per l’uomo e in più è veramente efficace su virus , batteri, funghi e spore.

Quindi  al termine dell’intervento tecnico di riparazione, se non viene fatto dal tecnico, ti occupi tu di eseguire una disinfezione approfondita dell’interno e dell’esterno dello strumento in questione prima di rimetterlo in funzione e a contatto con il tuo lavoro.

Ovviamente noi usiamo anche strumenti professionali come la vaporizzazione di tale disinfettante che ci permette di arrivare anche nei punti non accessibili però come si dice… meglio di niente.

Poi se hai bisogno di noi perché non riesci proprio a disinfettare a fondo , puoi sempre contattarci e troveremo insieme una soluzione.

 

4 ) L’assistenza tecnica delle cappe da laboratorio

è spesso la principale causa della contaminazione crociata e ti dico subito il perché, devi immaginare che prima di venire da te i tecnici sono stati in altri laboratori che magari non erano proprio puliti come il tuo

e spostando gli strumenti, usando gli stessi indumenti e guanti ecco che potrebbero contaminarti la tua cappa lasciandoti senza via di scampo proprio come accade per i tecnici degli incubatori.

Ti racconto una cosa, durante la fase delle nostre lavorazioni , specialmente di sostituzione di filtri hepa o carboni attivi

i nostri tecnici si bardano come astronauti e utilizzano delle tute bianche per la protezione totale , guanti e maschere il tutto usa e getta ovviamente.

ecco questo discorso dell’usa e getta è molto importante, se riesci fai attenzione al fatto che tali tute vengano dal personale tecnico buttate al termine del lavoro perché se invece noti che le ripongono nuovamente in una valigia allora dovresti pensare che potenzialmente vengano riutilizzate più e più volte.

In pratica il rischio di riutilizzare le tute protettive e il resto è un pò come usare più volte le bottiglie di plastica dell’acqua , c’è il rischio che la contaminazione batterica avvenga e come.

Ultima cosa che mi viene in mente su questa storia delle tute, alcuni clienti avvolte si spaventano perché dicono , non è che usate tute protettive perché sapete cose che noi non sappiamo?

Perché usate tute protettive se noi nella nostra cappa facciamo semplici colture non pericolose e prive di potenziali contaminanti biologici?

te lo spiego subito… il tutto nasce per una nostra tranquillità,

Infatti il nostro standard di sicurezza è sempre elevatissimo e preferiamo rimetterci qualcosa spendendo più soldi per più tute rispetto al potenziale rischio di contaminazione che i nostri tecnici potrebbero avere non adottando tali standard.

Mi spiego meglio, noi conosciamo benissimo tutti i retroscena di questo lavoro di assistenza tecnica sulle cappe e sappiamo benissimo che i rischi sono elevatissimi ed il pericolo in agguato.

Ti lascio solo immaginare il fatto che una cappa ha una durata di vita anche di 30/40 anni tranquillamente, è facile quindi pensare al fatto che spesso i laboratori chiudono oppure vengono ridestinati , il personale cambia ma le cappe sono sempre le stesse.

Una cappa biohazard magari potrebbe essere usata per 20 anni in un laboratorio dove si coltivano ed esaminano solo cellule ma poi da un momento all’altro la stessa cappa potrebbe essere usata per lavorazioni con batteri, virus come l’Hiv e via dicendo.

Il fatto di usare tale cappa in classe II biohazard prima per colture e poi per i virus non è un’errore anzi la cappa biohazard nasce proprio per questo

il più grande problema che abbiamo è che noi non possiamo saperlo perché gli stessi operatori spesso non sanno la provenienza o le lavorazioni che i loro colleghi prima di loro eseguivano.

Ti ritrovi in questo?

Spero di no sinceramente, però è un qualcosa di molto comune che capita praticamente sempre,

cappe che vengono spostate da un laboratorio all’altro senza la reale sensibilità e conoscenza in quello che si stà facendo, magari senza la disinfezione totale o la sostituzione dei filtri.

Non esiste la storia delle cappe da laboratorio e quindi noi come assistenza tecnica abbiamo deciso di elevare i nostri standard.

Questo ha effetti benefici molteplici

Così facendo i nostri tecnici lavorano in totale sicurezza

Noi in ufficio e le nostre famiglie siamo sereni

Il nostro cliente è più sicuro perché avendo un’assistenza cape così sensibile , preparata e dotata dei necessari DPI usa e getta potrà evitare la famosa contaminazione crociata di cui parliamo sin dal principio

non trovi?

Adesso è tutto un pò più chiaro…?

Immagino quindi che se da domani ti vedi arrivare degli astronauti, vedrai le cose in modo leggermente differente e probabilmente apprezzerai il loro operato perché stanno cercando di proteggersi e di proteggere te ed il tu ambiente di lavoro.

Spero di averti dato qualche informazione in più e ad ogni modo il mio consiglio è

Usa le bottiglie di vetro al posto di quelle di plastica , soprattutto se a casa per utilizzarle più e più volte.

Ciao

Fabrizio Cirillo

 

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