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Laboratori e Storie Da Incubo

LA STORIA del Chimico Federica da Milano

L'URL corto del presente articolo è: https://www.chizard.it/pe6s

Ciao e ben tornato

 

Voglio leggerti un’altra delle storie lasciate sul portale

www.chizard.it

 

qui abbiamo Federica da Milano che dice:

“Ancora ricordo l’incidente presso la statale di Milano del 2014, poi quello è stato un caso che è andato sui giornali ma non è stato di certo l’unico

in quella occasione ne aveva parlato il giornale: milano.repubblica.it, quindi si può trovare questa informazione

allora ha fatto scalpore ma poi in realtà se ne parla veramente poco della sicurezza e la mia impressione è che venga tenuto tutto a tacere.

Alla statale si sono feriti dei ragazzi che non erano seguiti, lavoravano con acidi fuori dalle cappe e poi hanno pensato bene di versarli negli scarichi

e grandi quantità di vapore ne sono fuoriusciti intossicandoli lievemente per fortuna,

poi è venuta la ASL che ha chiuso tutto e allora uno pensa che le cose cambiano ma in realtà è solo un’illusione no?

Da questo punto di vista infatti tutto torna come prima, mi chiedete di parlare delle cappe, che dire?

sinceramente credo di essere autodidatta, un po’ come tutti perché che io sappia non esiste ancora oggi un vero e proprio percorso universitario

sull’utilizzo in modo giusto delle cappe da laboratorio.

In genere dei ragazzi con poca esperienza più di noi e che sono stati autodidatti per lo più sono il nostro unico supporto

dopo pochi mesi dall’iscrizione all’università hanno sin da subito accennato al fatto che avremmo usato delle cappe o quantomeno che esistevano

ma non soffermandosi più di tanto sulla loro importanza, la sensazione che ho avuto sin da subito era come se fosse scontato l’utilizzo

e fosse ancora più scontato che funzionassero e che tutto era perfettamente regolare, normale routine da laboratorio

il professore mi ha dato l’impressione di avere una certa padronanza e tranquillità che anche se non ha spiegato praticamente nulla delle cappe, era come se già sapessimo come avremmo dovuto usarle

poi in laboratorio effettivamente è stato facile ho alzato tutto il vetro per stare comoda ho acceso il pulsante e via, la cappa ha funzionato sin da subito

e ricordo di aver pensato che ero veramente in gamba perché ero proprio una frana a usare gli apparecchi elettrici in genere

oggi dico che sono stata una stupida a pensarlo e che in realtà le cose da sapere sono moltissime ma non ho mai fatto un corso sulle cappe sinceramente anche perché non ne ho mai sentito parlare.

Mi sembra di capire che li organizzate a Roma e probabilmente prenderò seriamente in considerazione la mia partecipazione la prossima volta.

Per concludere voglio dire che andrebbe migliorato questo aspetto all’università perché poi le cappe si usano sempre e si trovano comunque

anche la farmacia sotto casa mia ha una cappa e l’ho scoperto poco tempo fa perché proprio non lo immaginavo

voglio complimentarmi per gli spunti che date con questi articoli che ho trovato utilissimi almeno per me che non ho ancora tutta questa esperienza lavorativa

forse per chi è più esperto certe cose saranno più scontate, non saprei”.

[embedyt] https://www.youtube.com/watch?v=s6m2gZ64IzY[/embedyt]

Voglio assolutamente ringraziare Federica che dire… è un’esperienza reale questa, vissuta

ricordo i fatti di Milano e mi sembra di aver  risposto al commento anche con il link della notizia quindi se vuoi approfondire puoi farlo qui

http://milano.repubblica.it/cronaca/2014/10/23/news/milano_incidente_in_un_laboratorio_della_statale_in_ospedale_due_ricercatori_e_due_studenti-98780882/?refresh_ce

questi ragazzi non seguiti inesperti, mettila come vuoi, hanno fatto una sciocchezza, perché è una sciocchezza, ma per fortuna è andata abbastanza bene

si sono intossicati lievemente, poteva andare veramente peggio, hanno deciso di buttare grosse quantità di acido, ma anche se erano poche il rischio c’era lo stesso

dentro le tubature, dentro l’impianto idrico oltretutto, di scarico quindi poi vai a leggerti la notizia

 

Federica quindi grazie, grazie mille

anche lei ha ricevuto il mio libro, so che lo sta leggendo, so che si sta interessando però ecco mi sono reso conto di una cosa

questa mia informazione arriva sempre dopo, arriva successivamente cioè fatti che sono accaduti, problemi che ci sono stati

dobbiamo intervenire in termini di manutenzione sulle cappe e quindi lì dove già hanno delle difficoltà oppure mi chiamano per consulenza

ma sempre successiva a quelli che possono essere stati incidenti, infortuni e problematiche varie bisognerebbe farlo un pochino prima

sfruttate questo portale, adesso c’è la possibilità, ci sono le informazioni, ho creato dei video, ho fatto dei podcast, ho scritto tantissimi articoli

sfruttate questa formazione, informazione gratuita che avete online perché non ci sono più scuse

e se scrivete le vostre storie vi regalo pure il mio libro, che vi posso assicurare è un libro di 530 pagine

al di là del fattore economico, per me è stato un dispendio di energia incredibile ma fatto col cuore fatto perché

non per venderlo altrimenti non lo regalerei ma proprio per colmare questo vuoto, questo problema che c’è

perché mi sono reso conto parlando con i ragazzi e girando per le università dove ho tantissimi clienti

che le cappe sono ancora un qualcosa di molto limitrofo, non gestito i dispositivi di protezione collettiva vengono ancora visti ahimè come degli arredi

e questo nel 2017 non è possibile

 

A gennaio 2016 la formaldeide è stata dichiarata cancerogena finalmente, erano anni che io cercavo di combattere questo discorso

tant’è vero che al contrario dei miei competitors non ho mai decontaminato le cappe con la formaldeide perché

mi ero fatto degli studi già sapevo, già si sapeva che la formaldeide era cancerogena

Siamo nel 2017, non è possibile non sapere non capire e non comprendere il principio di funzionamento delle proprie cappe

non saper distinguere una cappa aspirante da una cappa chimica ma neanche una cappa biologica da una cappa di sicurezza biologica

c’è veramente tanto, ad oggi tanti dei miei articoli sono proprio per far comprendere che le cappe sono dispositivi di protezione collettiva

DPC non DPI (dispositivi di protezione individuale) invece nel parlare sento confondere anche questo, quindi guanti, camice, mascherina sono una cosa

la cappa biohazard, la cappa chimica sono tutt’altra cosa, quindi se anche tu hai voglia di scrivere la tua storia te ne sarei grato e te ne saranno grati anche molti altri

perché so che queste storie sono interessanti anche e soprattutto per chi è all’interno che si rende conto di quello che accade di quello che accadrà

perché spesso e volentieri sono realtà quotidiane che ancora vengono vissute o che sono state vissute ma in un contesto che

poi magari non è l’università, quindi puoi aiutare qualcuno a catapultarsi in quello e quindi magari comprendere che

c’è dell’informazione, c’è qualcosa e quindi studiare prepararsi, arrivare preparati per poi dopo scegliere, perché questo è di questo si tratta

leggete studiate dei libroni da mille pagine su quelle che sono la parte chimica piuttosto che la parte biologica

studiare un libro di cinquecento pagine o formarsi attraverso gli articoli e il video del canale youtube è qualcosa che è dovuto

non lascia spazio a interpretazioni.

 

Ti ringrazio

 

Iscriviti al canale youtube e commenta i video

 

Ciao

 

Fabrizio Cirillo
Il Boss delle cappe

LA STORIA del Chimico Federica da Milano
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