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Laboratori e Storie Da Incubo

LA STORIA di Carlo con le cappe chimiche

L'URL corto del presente articolo è: https://www.chizard.it/cur4

Ciao e ben tornato

anche oggi ho deciso di leggerti un’altra delle storie che mi sono state lasciate sul portale www.chizard.it nella sezione “Le Vostre Storie”

In questo caso, Carlo da Mantova, questo il 2 luglio:

“Il primo ricordo legato all’uso di una cappa chimica risale alla tesi magistrale, una mattina insieme ad un altro ragazzo e al dottorando dicemmo alla professoressa che avremmo fatto un po’ di ordine in laboratorio e che avremmo fatto pulizia anche sotto le cappe.

Ci chiese perché pulizia, le spiegammo che c’era polvere sotto cappa, rimase molto colpita da questa polvere e ci fece notare che non ci dovrebbe essere se la cappa tira bene … giusta osservazione Prof

Successivamente nel mio primo impiego ho avuto la fortuna di lavorare per una società che stava investendo molto sulla sicurezza, ha intrapreso una propria e vera lotta contro gli incidenti sul lavoro ma soprattutto sulla consapevolezza dei rischi che si possono correre sul posto di lavoro

però tutto sommato veri e propri corsi su come si usano in modo ottimale una cappa chimica o una biologica non sono mai stati fatti.

Lo si dà spesso per scontato che uno lo sappia già dall’università o dalle superiori

Infine in questa mia nuova esperienza lavorativa il tracollo, in poco tempo ne ho già sentite da far più che accapponare la pelle, abbiamo ridotto al minimo il flusso della cappa perché rendeva instabile la bilancia e la pesata (detta al ragazzo che con l’anemometro cercava disperatamente un segnale di flusso)

Non accendo la cappa perché fa rumore, puoi fare questa operazione sotto cappa anche spenta perché tanto un minimo flusso verso l’esterno c’è sempre, chi lo accende solo per la luce, beh comodo giustamente

per rendere più alto il piano di appoggio hanno aggiunto due pezzi di compensato uno sopra l’altro, che oltre a bruciare, assorbono anche tutto quello che gli cade sopra, per un motivo non ancora noto in un’altra cappa hanno ricoperto il fondo con una gomma nera poi ecco fossimo dei farmacisti che fanno farmaci omeopatici ma lavoriamo con la formaldeide

sono proprio sconfortato nel vedere ancora realtà di questo tipo soprattutto in siti con tutte le certificazioni del caso”.

Di seguito ti riporto il video relativo all’articolo.

 

Che dirti Carlo, intanto grazie, in poche righe mi sono venuti i brividi per te, diciamo sei andato peggiorando oltretutto quindi mi dispiace tantissimo che hai avuto questa esperienza all’università

un osservazione più o meno giusta no della prof, fino a passare una realtà mi sembra di aver capito interessante e adesso, non so se è attualissima insomma, stai ancora lavorando in un’azienda che è lontanissima da quello che può essere la prevenzione e la consapevolezza sui rischi

queste cose che mi ha raccontato però sono da quello che ho visto delle cose introdotte dall’uomo, dalla persona, dal tecnico di laboratorio sfido io che vengano delle direttive dall’esterno anche perché spesso non ci sono proprio direttive ma delle direttive dell’esterno che dicono mettete questa cosa

la gomma ho sentito, adesso non so bene di preciso di cosa stai parlando piuttosto di spegnete la cappa, il flusso ce n’è lo stesso un po’ che esce fuori cioè delle cose assurde che ho letto, sono cose che purtroppo vengono fatte e lo stai raccontando dai tuoi colleghi no? da persone che dovrebbero essere esperte e sono persone sicuramente esperte no?

Da questo punto di vista, chimico perché lavorate con la formaldeide, dovrebbero sapere che lavorano con dei cancerogeni e ahimè sono persone che hanno vissuto il passaggio probabilmente

mentre chi oggi esce dall’università si approccerà al mondo lavorativo e lì dove trova già una predisposizione anche a livello RSPP, ASPP quindi sicurezza prevenzione e protezione, con nuove procedure che sono state introdotte

perché da gennaio 2016 la formaldeide è diventata ufficialmente cancerogena, quindi chi doveva correre ai ripari è corso ai ripari sta cercando di correre ai ripari insomma, ancora adesso molti con fatica

il giovane si trova già catapultato in una realtà del genere quindi probabilmente se troverà questa sensibilità, non faticherà moltissimo magari ad adattarsi. Chi fatica?

Fatica chi ha avuto il passaggio no? Il cambio, come il cambio generazionale no?

Detto in questo senso quindi prima la formaldeide per dieci anni, 15 anni l’ha trattata sui banconi o senza la giusta sensibilità senza alcun problema senza i DPI idonei, senza i DPC idonei, le cappe che funzionavano, non funzionano, accese, spente tutto uguale

oggi si trovano anche a livello aziendale sono sicuro che ci devono essere delle valutazioni dei rischi totalmente differenti

ci sono del controlli a livello ambientale ci sono dei controlli a livello persona, a livello sanitario, per chi lavora con la formaldeide quindi queste cose adesso ci sono per forza sono degli obblighi e quando si parla di obblighi e ci sono dei riflettori di questo tipo le cose vengono fatte, su questo ne sono abbastanza tranquillo almeno nella maggior parte delle aziende e in molte aziende che seguo io sicuramente

però fatica la persona a cambiare, quindi anche se ci sono tutte queste cose io ho visto persone esperte veramente in anatomia patologica per esempio personale che veramente ha fatto la storia ed è veramente esperto del discorso

però alzare tutta la cappa, il saliscendi mettere la testa dentro, aprire le porte e le finestre, cioè zero consapevolezza da questo punto di vista

però poi li senti lamentarsi per giramenti di testa, gente che sviene, gente che si sente male, questo è un po’ ancora oggi all’ordine del giorno il problema grande oggi secondo me sta in chi ha subito questo diciamo mutamento no?

Questo problema, diciamo problema, questa situazione che è passata da uno stato di zero rischio quasi ad uno stato di rischio cancerogeni dobbiamo fare attenzione, secondo me è difficilissimo da comprendere

e queste persone vanno aiutate quindi se fai parte di queste persone sappi che d’informazioni ce ne sono a bizzeffe ti conviene adeguarti perché sicuramente è così se sei un ragazzo giovane sono convinto che faticherai un pochino meno

ringrazio di nuovo Carlo

se tu non hai scritto la tua storia vai subito su www.chizard.it, nella sezione “Le Vostre Storie” e lascia la tua legata soprattutto alle cappe chimiche e cappe biohazard comunque dispositivi di protezione collettiva, perché così è inerente un po’ al canale e sicuramente sarai d’aiuto e quindi io in automatico ti regalerò il mio libro “Apocalisse Zombie”

l’unico libro, il primo testo al mondo sulle cappe chimiche e biohazard dove all’interno sviscero parecchio quelle che sono le cappe, ci sono anche delle mappe mentali che ho realizzato sempre io per racchiudere e dare modo di avere più raccolte certe informazioni che spesso sfuggono o possono sfuggire e farti un po’ di chiarezza perché il mondo delle cappe è veramente vasto

ci sono delle ricerche, la prefazione di un famoso oncologo, il Dottor Pagliara e via dicendo.

Il libro è gratuito in questo senso, cioè se uno lo vuole acquistare perché vuole fare un regalo ad un amico a natale piuttosto di, va su Amazon e se lo compra, ma in generale io addirittura lo regalo, non mi interessa venderlo, se no, non lo avrei regalato ma lo regalo ovviamente a patto di avere qualcosa in cambio che possa sempre aiutare

cioè il libro deve essere un aiuto e quindi in automatico chiedo un aiuto che è nel commentare, condividere e in questo caso scrivere la propria storia

ti ringrazio, iscriviti al canale youtube se ancora non l’hai fatto, seguimi e commenta

Ci vediamo alla prossima

Ciao

Fabrizio Cirillo

Il Boss delle cappe

LA STORIA di Carlo con le cappe chimiche
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