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Armadi Ventilati di Sicurezza

Prevenzione del rischio chimico con DPC – Dispositivi di Protezione Collettiva

L'URL corto del presente articolo è: https://www.chizard.it/0cew

Prima di continuare con la lettura e relativo approfondimento dei dispositivi di protezione collettiva per la prevenzione del rischio chimico in laboratorio ti consiglio di dare un occhio a questo articolo per avere una visione a 360° di tutti quelli che sono i Dispositivi di protezione collettiva e Non

ecco il link: https://chizard.it/prevenzione-del-rischio-biologico-con-dpc-dispositivi-di-protezione-collettiva

Avrai modo di capire una volta per tutte cosa utilizzi nel tuo laboratorio o quantomeno orientarti meglio in questo mondo dei DPC veramente molto vasto e complesso

Non preoccuparti se all’inizio ti sembrerà tutto così assurdo e complesso perché è stato lo stesso per me

Ho fatto veramente molta fatica a comprendere per bene le varie sfaccettature e ancora oggi mi aggiorno e studio in continuazione scoprendo cose nuove e cercando di aggiornare chi mi segue sulle tematiche annesse e connesse al mondo dei DPC

In questo articolo tratterò specificatamente dei dispositivi di protezione collettiva che vengono utilizzati per la prevenzione del rischio chimico con DPC appunto

Ti ricordo che potrai approfondire ogni singola tematica con le decine di articoli presenti in questo portale e ti consiglio anche di visitare il canale youtube di chizard perché va a completare molti argomenti e probabilmente è anche più facile seguirmi in certe spiegazioni

Dicono che sono un chiacchierone, più di quanto riesco a scrivere probabilmente

 

Quali sono i Dispositivi di protezione collettiva Prevenzione del rischio chimico con DPC?

Di seguito li elenco così da darti una panoramica

Prevenzione del rischio Chimico con DPC:

  1. Cappe Chimiche a ricircolo con filtri a carboni attivi interni (DUCTLESS)
  2. Cappe Chimiche a estrazione totale con o senza carboni interni (DUCTED)
  3. Armadi ventilati per sostanze come acidi e basi o per sostanze infiammabili
  4. Cappe per radioattivi
  5. Le cappe chimiche per acidi e alte temperature

 

 

Prevenzione del rischio Chimico con DPC

Prima di proseguire vorrei spendere due parole in generale sulle cappe chimiche e poi scendiamo nel dettaglio

LA CAPPA CHIMICA è un Dispositivo di Protezione Collettiva (DPC)

Perché ti protegge da eventuali inalazioni evitando fuoriuscite di materiale potenzialmente pericoloso ma soprattutto protegge la collettività  evitando che il povero ignaro di turno si respiri i vapori o gas delle tue manipolazioni.

Ti sembra corretto che una signora delle pulizie debba entrare in una stanza per fare il suo lavoro e si debba respirare qualche sostanza nociva?

Grazie all’aspirazione dell’aria sul fronte cappa , ricevi la protezione di cui necessiti se utilizzata in modo corretto, ovviamente.

Ma per essere più precisi, dovremmo scendere più nel dettaglio per capire a fondo che una cappa chimica dovrebbe avere molti requisiti per essere definita tale ed in genere rispondere alla normativa EN14175 ,ma non voglio essere troppo tecnico.

E’ importante che impari sin da subito a riconoscere la tua cappa chimica perché ci sono due grandi famiglie che le separano e che adesso ti illustrerò:

  1.  Cappa chimica canalizzata all’esterno dell’edificio mediante delle condotte idonee,  in gergo tecnico definita (DUCTED)
  2.  Cappa chimica a ricircolo interno , a filtrazione molecolare mediante carboni attivi,  in gergo tecnico definita (DUCTLESS) – anche se il mio consiglio spassionato è quello di          canalizzarla sempre all’esterno, dove possibile ovviamente

In questo articolo puoi scoprire le differenze tra cappe chimiche Ducted e cappe chimiche Ductless a questo link:
https://chizard.it/hai-una-cappa-chimica-ducted-o-ductless-scopri-la-velocita-di-aspirazione-che-devono-avere/

 

Prevenzione del rischio Chimico con DPC

a ) Cappe Chimiche a ricircolo con filtri a carboni attivi interni (DUCTLESS)

La cappa chimica a ricircolo Ductless è una cappa chimica a tutti gli effetti che presenta sempre al suo interno dei filtri a carboni attivi impregnati o meno al fine di trattenere le eventuali sostanze che vengono manipolate sotto cappa

Questa cappa chimica ti darà la possibilità di ricircolare l’aria direttamente in ambiente senza dover creare canalizzazioni all’esterno soprattutto li dove le quantità da manipolare sono pochissime o non vi è la possibilità di predisporre i canali in copertura

Tale cappa chimica a ricircolo viene regolamentata dalla norma  Francesce AFNOR NF X15-211 / XP X15-203
ma anche dalla EN14175 

Nel 2018, è stata introdotta la nuova norma tecnica UNI/TS 11710 che ha solo messo alcuni punti sulle I nel senso che per la prima volta indica la velocità minima che si dovrebbe avere sul fronte cappa.

Questa norma si applica sia a cappe chimiche a ricircolo (Ductless) che cappe chimiche a estrazione totale (Ducted)

Infatti la UNI/TS 11710:2018 indica che la velocità frontale di aspirazione di una cappa chimica, deve essere sempre maggiore di 0,3 metri al secondo (V>0,3m/s)

Questo al fine di garantire un contenimento dei vapori manipolati.

Sinceramente non credo molto in questa velocità così bassa e consiglio sempre di avere una velocità di almeno 0,4/0,5 m/s sulle cappe a ricircolo e non superiore per via dei carboni attivi che non riuscirebbero a trattenere le molecole delle sostanze chimiche.

Ma questa è un’altra storia che ho approfondito in altri articoli.

Se ti interessa approfondire tale tematica troverai altri articoli dove parlo espressamente di queste cappe e scendo un pochino più nel dettaglio, adesso voglio darti un’infarinatura generale 

Devi sapere che in entrambi i casi ma soprattutto se possiedi una cappa a ricircolo della tipologia (DUCTLESS) , ti consiglio vivamente di verificare che siano montati dei filtri a carboni attivi idonei per il tipo di manipolazione che esegui tutti i giorni
 
Esistono molte tipologie di carboni attivi chiamati così proprio perché attivati chimicamente per adsorbire determinate tipologie di sostanze
Te ne cito alcune come esempio:
  • carboni attivi per trattenere SOLVENTI
  • carboni attivi per trattenere ACIDI
  • carboni attivi impregnati per trattenere FORMALINA

è molto importante quindi che la tua assistenza tecnica delle cappe sappia cosa manipoli al fine di montare i filtri corretti

Sincerati sempre che vengano installati i carboni adeguati altrimenti rischi che non vengano trattenute le sostanze e ti trovi in uno stato di SICUREZZA APPARENTE

Questo purtroppo è uno dei più grandi problemi delle cappe in quanto gli operatori spesso non si rendono conto minimamente di cosa si stiano respirando  tutti i santi giorni

Sai cosa sono l’Anosmia e la Disosmia?

Anosmia

In pratica l’anosmia è la perdita totale della capacità di percepire gli odori

Può essere transitoria o permanente, congenita o acquisita e consegue, di solito, a malattie di tipo respiratorio, in particolare a carico del tratto nasale

La perdita totale dell’olfatto può anche essere causata da un trauma cranico, dalla Malattia di Parkinson, dalla Malattia di Alzheimer e da alcune neoplasie cerebrali

Nel caso di anosmia congenita le cause si possono rintracciare nella sindrome di Kallmann attribuita alla mancata formazione dei lobi olfattori dell’encefalo e alla malattia di Refsum nella quale la perdita dell’olfatto si associa a retinite pigmentosa (Wikipedia)

Disosmia

Invece la disosmia è l’alterazione momentanea delle percezioni dell’olfatto di tutti gli odori 

L’origine di questa patologia può essere fatta risalire a lesioni centrali encefaliche o periferiche a carico del neuroepitelio

La disosmia può essere meglio definita come il risultato della disfunzione dell’organo olfattivo comunque verificatasi (Wikipedia)

Quindi che significa? 

Ti faccio un esempio molto semplice:

ti ricordi quegli omini che si attaccavano dietro i camion dell’immondizia e che saltellavano giù per caricare i cassoni e poi ripartivano?

Ti ricordi quello sgocciolare di liquidi putridi che lasciavano una scia di odore orribile ed indefinibile? 

Immagino di si

Ecco, ti sei mai chiesto come potevano mai resistere quei poveri lavoratori a una costante esposizione a quegli odori? 

ecco appunto, grazie alla disosmia!

Il fatto di essere tutti i giorni sottoposti a quegli orribili odori nauseabondi ha fatto resettare il loro cervello al punto che divenissero quasi impercettibili.

Il corpo umano è una macchina complessissima e stupefacente ma questo spesso può mettere a serio rischio

Ora immaginati tu, all’università o nel tuo laboratorio il primo giorno di lavoro , hai sentito degli odori? Il giorno dopo meno? E poi sempre meno?

Probabilmente anche tu non farai più caso alla presenza o meno di certi odori , pensi siano svaniti magicamente? 

Ecco di questo sto parlando

Il problema ovviamente è che, se sei un operatore di cappe, molto probabilmente manipoli  sostanze chimiche un tantinello più pericolose che generano dei vapori tossici o potenzialmente tossici che non sono proprio dei semplici odori sgradevoli come quelli di un cassone

Non voglio spaventarti, solo farti capire per bene una cosa importante , che tutto quello che non si vede e non si sente non è detto che stia facendo bene a te o agli altri.

Ecco perché l’intervento di un’assistenza tecnica esterna che viene a farti le manutenzioni una volta l’anno può anche aiutarti a capire se tutto sta procedendo per il meglio perché si accorgerà subito se ci sono degli odori nell’aria ( ovviamente significa che l’ambiente è saturo se si sentono così tanto quindi spero non sia propriamente così)

Il mio consiglio è quello di far arieggiare il laboratorio dove possibile ma soprattutto, tornando alla questione dei carboni , utilizzare i filtri adeguati perché non puoi essere certo che tu ti accorga che le sostanze non vengono trattenute

Ad ogni modo non preoccuparti , se ti trovi in questa situazione di disosmia, devi fare un reset al tuo cervello prendendoti una sana boccata d’aria in un bosco o al mare

Ma se poi senti ancora dei forti odori nel tuo laboratorio e continui a viverci giorno dopo giorno, sai già quello che accadrà giusto?

Ricadrai nuovamente nella disosmia e sarai punto e a capo , pensando che tutto stia andando per il verso giusto

Sicurezza Apparente

 

 Prevenzione del rischio Chimico con DPC

 b ) Cappe Chimiche a estrazione totale con o senza carboni interni (DUCTED)

Anche le cappe chimiche ad estrazione totale quindi sono dei Dispoitivi di protezione collettiva (DPC) utilizzati un po ovunque

Le cappe Ducted sono state le prime ad essere concepite, prima ancora delle cappe chimiche ductless quindi

Gia 70 anni fa esisteva qualcosa di molto simile, in realtà erano delle semplici cappe aspiranti o alzate di cappa, chiamate così perché si potevano alzare anche i vetri laterali

L’idea c’era e ancora oggi è possibile trovarne qualcuna nelle università, purtroppo alcune sono ancora in funzione e vengono usate per manipolare sostanze cancerogene e tossiche dai ragazzi nei laboratori universitari

Come dicevo, sebbene queste alzate di cappa non erano dei dispositivi di protezione collettiva perché presentavano varie difformità, venivano ampiamente utilizzate e il concetto alla base è similare alle attuali cappe che seguono la normativa UNI EN 14175

Le cappe chimiche di questo tipo sono molto utili soprattutto quando devono essere manipolate ingenti quantità di sostanze chimiche soprattutto se cancerogene in quanto presentano una canalizzazione all’esterno dell’edificio

Tale canalizzazione deve essere fatta in copertura nel punto più alto del tetto e almeno ad un’altezza di circa 2 metri dal punto calpestabile onde evitare che un tecnico possa respirare tali sostanze accedendo al tetto per una manutenzione o altro 

Si mette così in alto per far si che eventuali correnti d’aria portino via il contaminante che mescolato all’aria esterna ne diluisca la concentrazione rendendolo meno pericoloso per chi si trova in ambiente

In genere le cappe chimiche a estrazione totale Ducted, in quanto dispositivi di protezione collettiva hanno anche il compito di salvaguardare l’ambiente e quindi è vero che si può prender el’aria dal laboratorio ed estrarla in copertura

ma è vero anche che se si manipolano cancerogeni quali la formaldeide ad esempio, vi sia una sistema di filtrazione molecolare idoneo ed efficiente, manutenuto con controlli periodici e cambi dei filtri a carboni attivi

Sottovalutare questa realtà potrebbe portare problemi a te stesso perché non è detto che la formaldeide estratta poi venga portata via totalmente dai venti ed essendo un vapore più èesante dell’aria tenderà a scendere verso il basso e quindi rientrarti dalla finestra

Le cappe chimiche ducted sono anche costruite secondo le Uni EN14175 e devono presentare delle caratteristiche ben definite, ad esempio devono essere costruite con materiali ignifughi visto che al loro interno è possibile manipolare solventi

Ecco perché uno dei motivi per cui è consigliato NON utilizzare le semplici cappe aspiranti o alzate di cappa poiché si presentano con strutture tipicamente in legno e tale materiale tutto è tranne che ignifugo

Qualche tempo fa ho trattato questa tematica dando anche una piccola soluzione “momentanea” a chi avesse delle cappe in legno e volesse temporeggiare nel mentre si attrezza a sostituirle per far posto a cappe chimiche ducted che presentano le caratteristiche meglio descritte nella uni en 14175

lo trovi a questo link:
https://chizard.it/cappa-chimica-aspirante-con-struttura-in-legno-da-usare-come-legna-da-ardere-nel-caminetto/

 

Prevenzione del rischio Chimico con DPC

c ) Armadi ventilati per sostanze come acidi e basi o per sostanze infiammabili

Penso che tu sappia cosa sia un armadio, probabilmente ne hai uno anche fuori in balcone o dentro casa dove tieni i vasetti della passata di tua nonna

Bene, un armadio ventilato di sicurezza non è molto diverso in termini di struttura, infatti presenta delle ante e delle mensole proprio come quello che hai tu

Unica differenza è che non potrai stoccarci delle sostanze chimiche , tossiche, volatili , nocive , infiammabili ed esplosive sicuramente…

Ma il vasetto della passata di pomodoro, quella si

Sto scherzando anche se è vero quello che ti ho scritto, la struttura è similare ma ovviamente un armadio ventilato di sicurezza deve rispondere a precise caratteristiche strutturali al fine di poter essere conforme alle normative vigenti

Devi sapere che la normativa che regolamentava tali armadi per acidi e basi era la EN14727 

Ho scritto era e non è proprio perchè tale normativa tecnica attualmente non è più in’essere ed in realtà non è stata sostituita con nessun’altra norma tecnica.

Si prende quindi in riferimento alle norme tecniche EN16121 e EN16122  del luglio 2012, data nella quale il CEN rendeva disponibile la norma EN 16122 per “Mobili contenitori domestici e non domestici – Metodi di prova per la determinazione di resistenza, durabilità e stabilità.

Invece per gli armadi per infiammabili, la norma tecnica ancora in vigore è la EN14470 

All’interno di tali norme, non è prescritto che gli armadi debbano essere canalizzati ma senza scendere troppo nel dettaglio, ti consiglio vivamente di canalizzarli sempre all’esterno.

Si hai capito bene, SEMPRE significa SEMPRE

Ma Cirillo anche se ho i filtri a carboni attivi all’interno?????

Si ho detto sempre

E non a caso, infatti è vero che ci sono armadi che presentano dei filtri a carboni attivi ma è altrettanto vero che tali filtri sono praticamente inesistenti

Sono piccolissimi e hanno una superficie di adsorbimento pressoché nulla quindi se malauguratamente si dovesse spaccare un contenitore o ci dovesse essere un versamento di sostanze chimiche all’interno dell’armadio, il tuo carbone versione pollypocket non ti aiuterà a contrastare i vapori che si svilupperanno non credi?

Ecco perché ti ripeto che se possibile, in via preventiva ovviamente, ti consiglio di canalizzare gli armadi sempre all’esterno così sarai in sicurezza qualora dovesse accadere un incidente non trasformandolo così in infortunio

Adesso ti ho chiarito un pochino meglio le idee spero

Troverai capitoli dove parlo più approfonditamente dei carboni attivi , del loro potere 

Adsorbente (e non è un errore, sono proprio adsorbenti) 

E molte altre cose interessanti, quindi non ti resta che scoprirlo.

Ad ogni modo sappi che il tuo bel armadietto in legno e mensoline varie non sono da considerarsi assolutamente dei dispositivi di protezione collettiva  ( DPC ) e li puoi usare al massimo per conservare la famosa passata della cara Nonnina e farci due spaghetti a Pranzo.

Magari lontano dalle sostanze infiammabili se usi una bombola del gas ok?

Scusa se ogni tanto ironizzo, vorrei solo passasse il concetto e che non accadessero spiacevoli incidenti

Perché guarda che accadono molto più frequenti di quanto credi, ma probabilmente i malaugurati che li provocano non possono più raccontarlo

 

Prevenzione del rischio Chimico con DPC

d ) Cappe per radioattivi

Esistono in commercio moltissime cappe Biohazard di sicurezza microbiologica con flusso laminare verticale (LAF)

di varie tipologie e case costruttrici, progettate appositamente per lavorare con radioisotopi

Queste cappe riescono a fornire la massima sicurezza per l’utilizzatore, per il prodotto e per l’ambiente in quanto danno la possibilità di preparare radiofarmaci in condizioni sterili e sicurissime direttamente su unico banco di lavoro sottoposto a flusso laminare verticale sterile

Le cappe biohazard di questo tipo sono sempre costruite secondo le le normative EN12469 (e sono in Classe II)

La zona di lavoro è conforme alle direttive relative alla Classe A cGMP ed è ideale per la manipolazione di composti su base Tc99m o altri SPECT emittenti

Queste cappe presentano una schermatura a piombo o anche parziali schermature poste su carrelli lungo tutta la linea frontale della cappa così da potersi spostare comodamente durante le lavorazioni mantenendo la protezione dell’operatore

Un’altra cosa che ho trovato molto utile in alcuni di questi dispositivi di protezione collettiva è la predisposizione di un vano rifiuti interno alla cappa biohazard stessa

Anche queste cappe biohazard così come le altre cappe di sicurezza microbiologica in classe 2 presentano doppio stadio di filtrazione HEPA sia per l’aria sul piano che per l’aria in espulsione
Inoltre sono dotate di un pannello in acciaio Inox liscio o forellinato a seconda della richiesta

 

Prevenzione del rischio Chimico:

e ) Le cappe chimiche per acidi e alte temperature

Sono cappe chimiche che presentano una struttura idonea a resistere ad alte temperature

anche  il piano di lavoro può essere realizzato in POLIPROPILENE BIANCO O IN GRES CERAMICO MONOLITICO

Entrambi materiali con la caratteristica comune di avere un’ alta resistenza agli acidi, basi e nonché ad altissime temperature

Insomma cappe chimiche progettate appositamente per permettere di avere una maggiore sicurezza in laboratorio ed è per questo che prendono il nome di dispositivi di protezione collettiva (DPC)

Queste cappe chimiche potrebbero costare più delle cappe chimiche normali per via di alcune caratteristiche fondamentali che devono avere per questa resistenza maggiore di cui abbiamo parlato poco fa ma a lungo termine sono consigliate perché preservano la sicurezza

 

Ad ogni modo, la formazione e l’informazione sono la chiave alla base di tutto

Spesso si dimentica che a casa ci sono delle persone care che ci aspettano , non trovo sia carino portargli lo schifo del nostro lavoro e contaminare gli ambienti domestici sia chimicamente che biologicamente

Il più delle volte uccide quello che non si vede e non si sente

Non dimenticarlo mai

Buona lettura,
Fabrizio Cirillo
Prevenzione del rischio chimico con DPC – Dispositivi di Protezione Collettiva
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